Catanzaro salvo, Erra: ‘Una partenza forte, poi ci siamo difesi con le unghie e con i denti’ (CON 3 VIDEO)

Il bilancio su una stagione difficile. Le notti insonni. Il pubblico di Catanzaro? 'Merita il meglio. il massimo' 

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    «Coroniamo con un obiettivo minimo una stagione a dir poco travagliata, l’importante però è che la città abbia mantenuto la permanenza nel calcio professionistico». E’ un Erra soddisfatto ma sfinito quello che al termine della gara del “Razza” si presenta in sala stampa. Il suo volto è visibilmente segnato dalla tensione con – evidenti – i segni del grande pericolo scampato. «E’ stata una partita tiratissima – ha detto il trainer delle aquile – a tratti è sembrato più un dramma sportivo che una partita di calcio. Dispiace per la Vibonese che ha ben giocato e purtroppo sarà condannata alla retrocessione. Dal canto nostro sapevamo che avremmo dovuto segnare, per questo si è cercata una partenza forte all’inizio per approfittare degli spazi offerti dall’avversario in spinta. Il gol preso alla fine del primo tempo ci ha indubbiamente fatto giocare in “modalità preoccupazione” anche se poi, a ben vedere, nel secondo tempo ci siamo difesi bene con le unghie e con i denti e non abbiamo rischiato molto».

    Per lui, come per tutta la squadra, si apre ora il capitolo futuro: «Mi sento molto stanco – ha ammesso Erra – ho vissuto una stagione difficile. Stare a casa quando c’erano propositi importanti è stato duro: quando sono tornato a metà febbraio più che patata bollente mi sono trovato per le mani una bomba che poteva esplodere da un momento all’altro. Ora mi sento più leggero ma è ovvio che sentivo una grande responsabilità: c’è un legame forte con città e tifosi, negli ultimi giorni ho dormito poco e nulla ma alla fine è andata bene. Il pubblico di Catanzaro? Merita il meglio, il massimo. Questa piazza nei dilettanti sarebbe stato un fardello troppo difficile da digerire, che mi sarei portato per tutta la vita. I progetti e le linee guida le determina chi comanda, io da dipendente posso dare delle indicazioni ma chi è deputato a decidere le strategie».

    Orgoglioso ed appassionato l’intervento di Patti che ha puntato tutto sull’appartenenza ricordando anche ciò che era avvenuto nella precedente sfida di campionato: «Non esultiamo perché abbiamo raggiunto il minimo sindacale, Catanzaro merita altri palcoscenici, purtroppo però ci siamo trovati a condurre una stagione storta ma siamo riusciti comunque a portare la barca in porto. Sono fiero di essere il capitano di questo gruppo, ci siamo salvati e sono stra felice. Nonostante la sofferenza, nonostante tutte le cattiverie dette sul mio conto in questi mesi, nonostante le critiche». Toccante l’abbraccio del difensore con Sarao, uomo decisivo di questo doppio turno playout: «Catanzaro non merita questo, oggi per noi è stato come vincere un campionato. Dopo la nascita di mia figlia questa è l’emozione più grande. Questa squadra ha perso tutti gli scontri diretti in trasferta, oggi dovevamo dare tutto e sperare di raccogliere ciò che si meritava. Peccato per la Vibonese – ha aggiunto la punta – non merita la retrocessione e mi dispiace veramente per loro. Quando sono venuto qui ho dichiarato che avrei sputato sangue per questa maglia, l’ho fatto in allenamento perché i giovani devono avere un esempio positivo, e ho cercato di farlo in campo. Abbiamo giocato i playout con la testa giusta: dopo l’errore mollavamo, in queste due partite non l’abbiamo fatto e il risultato è arrivato».

     

    Gianfranco Giovene

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