Video sui social network, la replica del legale di Fabio Celia
'Non una cena elettorale ma un compleanno. Oltre cinquanta invitati, era necessario chiederne la lista?'
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Nell’interesse e per conto di Fabio Celia -scrive il legale Eugenio Felice Perrone – ed in riferimento alla pubblicazione di un video su taluni social network per esporre quanto segue.Segnatamente, dal contenuto del medesimo, si insinuano, in maniera estremamente disinvolta, sedicenti rapporti di Celia con soggetti indagati in un procedimento sopravvenuto nel tempo rispetto al periodo storico in cui venivano captate le stesse videoregistrazioni con un telefonino.
In realtà, in quella sede, si celebrava la ricorrenza di un compleanno di una terza persona ed il dottor Celia risultava essere uno dei tanti invitati ( circa cinquanta persone). E ciò dal video integrale ( abilmente modificato) appare evidente. Tutto qui.
Forse il dottor Celia è reo di non aver richiesto preventivamente l’elenco degli invitati?
Pertanto, rispetto ad una apparente celebrazione elettorale in favore del candidato, la realtà presentava ben altra finalità, e tale circostanza è da sola sufficiente a dirimere ogni distorto sillogismo e sganciato da una rappresentazione suggestiva, non immune da speculazioni politiche.
Difatti, sotto tale ultimo aspetto, si informa che, da immediate indagini difensive, è stato individuato il responsabile della diffusione del video sui social network e coincidente con un esponente del centro
destra catanzarese, peraltro non candidato. Ma tale argomento sarà portato all’attenzione dell’Ufficio di Procura per le gravi responsabilità
ed a tutela del decoro ed onore del dr. Celia, proverbialmente noto per rettitudine, onestà intellettuale e tatto, tant’è che non risulta indagato in nessun procedimento penale.
Seguiranno, inoltre, le personali determinazioni del dr. Fabio Celia sul diritto irrinunciabile a voler proseguire, con maggior vigore e determinazione, la propria campagna elettorale nel segno dell’onestà in contrapposizione al vile attacco ricevuto.
Tanto si doveva perché, rispetto a tali ingiuste illazioni e banali conclusioni, non facesse seguito il silenzio.