‘Perchè le cosche vanno sempre a braccetto con la politica. E’ normale no?’

Dall'interrogatorio di aprile 2016 del collaboratore Saverio Cappello, riportato nelle carte dell'operazione Crisalide,  emerge l'appoggio della malavita della Piana ad esponenti politici, anche catanzaresi

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    di GIULIA ZAMPINA

    “Perché la cosca va in braccetto con la politica. E’ normale, no? C’è sempre la politica”,

    E’ normale no? Chiede Saverio Cappello, collaboratore di giustizia al suo interlocutore durante l’interrogatorio riportato nella richiesta di conferma di custodia cautelare collegata all’operazione Crisalide, datata 1 giugno e firmata dal procuratore della Repubblica Elio Romano, che continua a svelare i rapporti tra mafia e politica, che in questo caso ha epicentro la città della Piana, ma che hanno come protagonisti anche politici catanzaresi.

    Per come mi chiedete, posso confermare che all’interno di ogni cosca vi erano delle figure politiche e/o professionisti che le cosche favorivano con i loro voti in cambio di successivi favori”

    Cappello, durante l’interrogatorio, continua a dare per scontata e usuale la circostanza per la quale ogni cosca abbia un suo referente tra politici e professionisti che in cambio di voti si aspetta dei favori. Saverio Cappello, in particolare durante l’interrogatorio del 22 aprile 2016, fa riferimento ad una serie di politici che sarebbero stati punti di riferimento delle cosche, tra cui un notissimo esponente politico catanzarese “uno dei più famosi da tanti anni diciamo”.

    Sì, perché come si sa nelle cosche va…dice ancora Cappello e all’ufficiale di Pg che gli chiede “In cambio diciamo di qualcosa?”, Saverio Cappello risponde “In cambio di ogni favore

    (IL RAPPORTO TRA MAFIA E POLITICA NELLE CARTE DI CRISALIDE)

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