Lidi bruciati o intimiditi ed il business criminale delle guardianie foto

Per l'incendio del lido Ionio restano aperte tutte le ipotesi. Ma le fiamme sarebbero partite da un gabiotto e le attività balneari restano nel mirino della malavita catanzarese

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    Di GIULIA ZAMPINA

    Sarebbe partito da un gabiotto utilizzato da un custode l’incendio che mercoledì sera ha distrutto il lido Ionio in località Giovino. Ecco perché i vigili del fuoco, dopo la campionatura, hanno comunicato una notizia di reato e le forze dell’ordine stanno lavorando tenacemente sulle immagini delle telecamere di sorveglianza. E’ inquietante pensare che mercoledì sera poteva, qualunque siano state le cause, esserci una vera strage, considerata l’ora e la marea di gente che in quel momento affollava il lido per un torneo di volley.

     

    LA PERIZIA SULLA CAMPIONATURA FATTA DOPO LA DISTRUZIONE DEL SUNRISE

    Ovviamente si resta nel campo delle ipotesi, tutte aperte e tutte valide. Mentre arrivano notizie sulla perizia che la procura ha disposto sul materiale trovato dopo l’incendio di un altro lido, il Sunrise di Mimmo Stillo. Benzina è il verdetto. Su quei pezzi di legno è stata trovata benzina. Abbastanza per confermare l’origine dolosa dell’incendio.

    I LIDI E IL BUSINESS CRIMINALE DELLE “GURADIANIE”….LE INTIMIDAZIONI E L’ORDINANZA DI “JONNY”

    Qualunque sia la causa che ha scatenato il terribile incendio di mercoledì sera, è impossibile non pensare e non sottolineare che da tempo i lidi del quartiere marinaro sono soggetti ad intimidazioni e soprattutto sotto scacco di una delinquenza che impone loro “i servizi di guardiania”. Lo hanno rivelato le diverse operazioni di polizia in passato, lo hanno confermato i ritrovamenti di bottiglie incendiarie, le auto di alcuni titolari bruciate. Lo certifica in maniera chiara l’ordinanza di oltre 2000 pagine dell’operazione “Jonny”. La criminalità, che ancora non si fregia del titolo di organizzata a Catanzaro, ma che agisce secondo schemi ben precisi ora ha perso alcuni punti di riferimento, uccisi o finiti in carcere o sorvegliati speciali, e si muove come fossero cani sciolti. Alcuni appartenenti alle famiglie rom che prima erano “impiegati” come guardiani in alcuni lidi, oggi che i proprietari di quei lidi hanno dato in gestione magari le loro attività, sono stati “assunti” da altri lidi. Ci sono invece attività balneari che si affidano a stranieri e non a rom per la “sorveglianza” notturna. E’ un circolo vizioso, in cui la percentuale di accidentalità sembra ridotta al minimo. E’ un circolo criminale che non si può spezzare senza le fondamentali testimonianze dei gestori dei lidi da cui devono arrivare le denunce, fondamentali per le indagini.

     

    LA “SINDROME DI NERONE” E QUELLE STORICHE COINCIDENZE

    Mercoledì scorso, la sera dell’incendio al lido Ionio era il 19 luglio. Le cronache storiche riportano che il grande incendio di Roma, scoppiò la notte tra il 18 e il 19 luglio del 64 A.C.  Molti dei lidi accanto allo ionio hanno continuato a programmare musica a tutto volume, mentre le sirene dei vigili del fuoco spezzavano l’atmosfera estiva per raggiungere il posto. Così come Nerone restò a guardare suonando Roma che bruciava, qualcuno ha continuato la propria attività come se nulla fosse.

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