Noi con Salvini Catanzaro: incomprensibile intervento sulla vecchia strada per Caminia

Aumentati rischi di incidente 

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    Era troppo bello per essere vero – scrive Antonio Chiefalo di Noi con Salvini Catanzaro –  non ha tardato a svelarsi il vero scopo dell’intervento di recupero della più bella e suggestiva strada del litorale ionico catanzarese.

    Il riferimento è per la vecchia sede della strada statale 106 che congiunge Caminìa alla piazzola belvedere ai piedi di Santa Maria del Mare.

    Ci eravamo rallegrati nel notare nelle ultime settimane che, dopo anni di incuria ed abbandono, la strada stesse risvegliandosi a nuova vita e si attendeva solo la decantierizzazione e l’apertura. Ebbene, delusione delle delusioni: una bitumazione che anticipa quanto il traffico automobilistico invaderà la strada; una pista ciclabile strettissima che non consente a due bici di incontrarsi senza invadere la corsia autoveicolabile; un conseguente restringimento della carreggiata utilizzabile dalle autovetture che resta incredibilmente a doppio senso di circolazione; ovvi, prevedibili ed elevatissimi rischi di incidente (molte curve sono “cieche”); una concessione parcheggio che sta devastando la pista ciclabile rendendola inutilizzabile; “fine” della corsetta che in tantissimi amavano fare al pomeriggio lungo tutta la tratta.

    Nulla da aggiungere, un ottimo risultato per le nostre istituzioni prima le quali il Comune di Stalettì. E gli interrogativi sono tanti.

    A cosa serva tutto questo? A vantaggio di chi? Apparentemente non vi sono risposte e resta il dubbio su chi dovrà pagare per una pista ciclabile non utilizzabile e destinata in pochi giorni ad essere devastata. Si è proceduto al recupero della sede stradale solo per darla in concessione a privati per un parcheggio “inventato”, che lì non può starci e che impedisce alle generalità degli utenti il transito grazie ad una sbarra installata lato monte? Come è possibile autorizzare la sosta delle auto su una pista ciclabile, per giunta appena allestita? Mah…

    E sulla oggettiva pericolosità della strada siamo purtroppo certi che nessuna valutazione di impatto veicolare sia stata fatta e che quindi non esista alcun calcolo di rischio per incidente.

    Per non parlare delle scelte strategiche di uso del territorio, sempre più devastato e sottratto ad utilizzi di maggiore compatibilità. Perché non recuperare il sito e dedicarlo esclusivamente a pedoni e biciclette, incentivando il turismo sportivo anche con organizzazione di eventi?

    Denaro pubblico speso bene? Altri valuteranno. Certo, conclude Chiefalo, lascia davvero senza parole la incomprensibilità di certe scelte. 

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