Catanzaro calcio: Maita parla da leader e si prepara ad indossare la fascia da capitano

«Quello che è successo l’anno scorso non deve più succedere ed accadere»: parla da capitano, Mattia Maita, usando i toni perentori propri di chi sa di essere un leader. Lui, l’uomo su cui la società ha inteso investire di più in termini contrattuali facendolo diventare giocatore bandiera della rosa con un prolungamento triennale firmato già il giorno del raduno. Lui, l’elemento più esperto del gruppo, quello che ne ha attraversate tante di burrasche eppure è rimasto sempre in piedi, con l’eleganza di pochi, tra le rovine. Il peso delle responsabilità è notevole ma non lo schiaccia, non lo intimorisce, anzi lo carica. «E’ il terzo anno di fila che sto qui ed è normale che la città, il mister, la società si aspettino qualcosina in più da me. Personalmente cerco ogni giorno di migliorarmi sia nella fase atletica che nel possesso palla e spero quest’anno di poter dare una mano ancora più grossa alla squadra. L’etichetta di leader? Un parolone. Preferisco dimostrare sul campo ciò che sono». Tra i più esperti dello spogliatoio, è ovvio che toccherà principalmente a lui guidare i nuovi arrivati, illustrare loro la realtà dell’ambiente e gestire il gruppo: «Catanzaro non ha bisogno di presentazioni – ha sottolineato il centrale messinese con il sorriso – è una grande piazza e chi viene qui sa che non è semplice. Bisogna affrontarla con il piglio giusto, consapevoli che se si riesce a far bene in questo contesto, si farà bene ovunque e che se la squadra nel complesso va bene anche il singolo raggiungerà il suo risultato. Obiettivi? Darne ora sarebbe sbagliato, ci stiamo costruendo bene e vedremo con il tempo che campionato potremo fare». Dopo una stagione di valzer da braccio a braccio – condita da qualche polemica, tanto per gradire – la fascia di capitano ha forse trovato il suo appiglio più consono.

Gianfranco Giovene