Noi Che…Catanzaro, un successo senza tempo

Una serata in cui si torna indietro con la memoria, un tuffo nel passato in cui la nostalgia da canaglia si trasforma in complice del divertimento

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    di Danilo Colacino

    La discoteca al tempo dei social…Qualcosa di diverso, molto diverso, da quella dei mitici, favolosi, edonistici anni Ottanta in cui poteva ad esempio capitare che il Dj mettesse su qualche lento. Preistoria. Certo: la musica, la gente, la voglia di divertirsi e forse persino i cocktail, sono rimasti  gli stessi. Ma il mondo è cambiato. Eccome se lo è. Radicalmente. E non potrebbe essere altrimenti, del resto. Ecco allora che scatta la nostalgia, canaglia per dirla alla Albano e Romina, soprattutto in quei ragazzi di 30/35 anni fa che adesso si ritrovano, nella stragrande maggioranza dei casi, con molti chili in più e tanti capelli in meno. Ex giovani, insomma, a cui gli organizzatori di Noi Che..Catanzaro (una festa geniale, rigorosamente riservata ad over 33, con un format magari sempliciotto, ma – giova ribadirlo – geniale) ogni metà agosto, come ieri sera, fanno un regalino non da poco. Che cosa? Una macchina del tempo, stile Ritorno al Futuro. Un luogo incantato, dal 2016 il suggestivo Mama’s Beach Club di Soverato, in cui all’ingresso del locale sono parcheggiate le Alfa Romeo che fanno tanto commissario Maurizio Merli dei “poliziotteschi”, appunto in voga a cavallo fra i decenni Settanta e Ottanta. Ma sostano anche le Tipo e le Uno, prodotti automobilistici di una Fiat che all’epoca trasportava in giro per l’Italia la cosiddetta classe media e non solo. Icone di un Paese che non esiste più. Che ha probabilmente smarrito la sua stessa identità in un mondo, globalizzato e omologante, in cui è stato travolto dall’imperante modernità. Di fronte alle vetture ormai d’epoca, però, un piccolo squarcio di contemporaneità: fiammanti Jeep nere che con la vecchia cara sempreverde (evergreen, d’accordo) Timberland hanno rappresentato i marchi top sponsor della serata. Azzeccata anche l’idea della special guest (che suona meglio di ospite speciale o d’onore come si sarebbe invece detto negli Ottanta): il simpatico Enzo Persuader. Personaggio eclettico, molto altro che un disk jockey forse freezatosi proprio 30 anni orsono in cui a tenere banco era il controverso tema dell’ibernazione. Già, la crioconservazione o criogenesi che caratterizzò la “decade ottantiana” a tal punto da trovare addirittura posto in un episodio della celebre serie tv Miami Vice. Un successo televisivo che avrebbe potuto benissimo essere raffigurato tra le foto dell’invito alla festa: un cartoncino con la forma di un mezzo disco in vinile capace di riportare la memoria all’intramontabile La Boum. Ci pare dunque ce ne sia abbastanza per definire il Noi Che…, una serata senza spazio né collocazione. Solo un tuffo nel passato in cui perfino giudici, politici, imprenditori, professionisti di livello e molta altra bella gente, vogliono ricordarsi per qualche ora di quando erano parte, anzi essenza, di un periodo irripetibile. Un’età dell’oro, sotto il profilo del divertimento, che appartiene a una dimensione fricchettona e scanzonata in cui tutto era possibile o almeno lo sembrava. A cominciare – nel capoluogo – da un Catanzaro in grado di competere ai piani alti della Serie A, in cui da inizio anni Ottanta si era ritagliato un ruolo tutt’altro che marginale. Una pia illusione, purtroppo, che si sarebbe presto rivelata tale, ma tornata a balenare nella mente dei tifosi delle Aquile giusto quest’estate. E allora chissà che al prossimo Noi Che…quantomeno la malinconia dei giallorossi in auge non sia svanita e non servano “trucchi” per evocare un glorioso passato.

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