Anche una rappresentanza catanzarese al raduno leghista di Pontida

La nota di Antonio Chiefalo coordinatore del Movimento Noi con Salvini Catanzaro

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    Una folta rappresentanza calabra e catanzarese era presente domenica 17 all’annuale incontro leghista di Pontida, comunica con una nota Antonio Chiefalo coordinatore del Movimento Noi con Salvini Catanzaro.

    Una festa per i moltissimi partecipanti provenienti da ogni dove ed una lezione di appartenenza che il sud non può non apprendere e, in primis, non può non leggere nel modo più corretto.

    A parte gli interventi dei big della Lega Zaia, Maroni ed il discorso del leader Matteo Salvini che con consueta forza e chiarezza ha declinato le molte ed arcinote priorità del Movimento, vasta eco ha avuto la mancata salita sul palco di Umberto Bossi e, dunque, la definitiva uscita della mozione bossiana separatista dai programmi della Lega, che per anni ha agitato la politica italiana sulle autonomie locali alimentando una contrapposizione tra nord e sud, essa si, davvero populista, del tutto ingiustificata ed il più delle volte strumentalizzata.

    Il significato dell’assenza di Bossi va dunque sistematicamente collegato al prossimo referendum sull’autonomia di Lombardia e Veneto, convocato per il 22 ottobre, e che riporta al centro una questione prioritaria per il nostro Paese. Toni e modalità non sono più separatistici bensì di piena valorizzazione delle identità culturali ed economiche dei territori, in un Paese unico ed unito, che possano pian piano conseguire un risultato di vera autonomia regionale per tutta Italia primariamente fiscale e di definitivo abbandono della prospettiva assistenzialistica che per decenni ha solo deresponsabilizzato la politica nostrana.

    Questo ha da imparare il meridione. Le istanze scissionistiche traggono alimento dagli ingiusti trattamenti e da una fiscalità premiale, in favore del sud, che lo esso stesso non ha avuto la capacità di capitalizzare, sfruttando per il comodo di pochi ogni incentivo e schiacciando sempre più verso il basso una popolazione che ancora non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena a causa delle inesistenti politiche sullo sviluppo economico e sul lavoro che vedono una disoccupazione ancora da numeri post-bellici ed una complessiva arretratezza sociale che obbliga i giovani ad andare via lasciando poche speranze di recupero.

    I politici del sud devono occuparsi del sud e devono finalmente piantarla di costruire carriere su illusioni e su consensi di favore. Se la Calabria non riparte non è certo colpa del Veneto, della Lombardia e dei loro popoli fieri e spietati difensori delle terre che occupano.

    Imparare l’attaccamento alla nostra terra prima ancora che ad una squadra di calcio deve costituire la nostra priorità. Un legame naturale eppure vilipeso e sul quale sputiamo ogni qualvolta siamo chiamati alle urne. Solo allora avremo le credenziali e la legittimazione per sostenere un confronto con chi, ora, ha solo tanto da insegnarci e urla “si vince uniti da nord a sud”.

     

                                                                                                          

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