‘La Natura dell’Arte’, tre appuntamenti per spiegare cos’è foto

Si è svolta al Mabos a cura di Andrea La Porta

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    Si è svolta al MABOS, il Museo d’Arte del Bosco della Sila – fondato dall’imprenditore turistico Mario Talarico e diretto dal critico d’arte Roberto Sottile, in contrada Granaro (Sorbo San Basile, CZ), la tre giorni “La Natura dell’Arte” a cura di Andrea La Porta. Tre appuntamenti dedicati all’arte e al paesaggio, un week end originale in un luogo magico e naturalisticamente meraviglioso a pochi passi dalla città capoluogo. Da venerdì a domenica, si sono susseguite, la proiezione del film Peggy Guggenheim: Art Addict di Lisa Immordino Vreeland, un omaggio a questa donna straordinaria a cui molto si deve nell’ambito dell’arte contemporanea del XX secolo; il secondo giorno, la lettura e l’ascolto del saggio Il mistero della creazione artistica di Stefan Zweig, testo frutto di una conferenza del 1939, appena tradotto e pubblicato in Italia; infine, domenica, l’inaugurazione della mostra The Finding of Memory di Ehab Halabi Abo Kher preceduta da una performance dell’artista con Laura Stancanelli: una sorta di viaggio nella memoria personale, nei ricordi familiari di ognuno che ha coinvolto e interessato il pubblico, facendogli rivivere una specie di “museo dei ricordi” rievocando nello spettatore momenti personali di vita vissuta. Tre giorni dedicati all’arte in quanto misteriosa pratica creatrice da un lato e, dall’altro, in quanto esperienza fruitiva altrettanto carica di mistero. Questi eventi sono stati tutti pensati nell’ottica e all’insegna della conoscenza come scoperta creativa. Un filo rosso li attraversa e li unisce: l’idea che i linguaggi artistici, tutti i linguaggi e i media espressivi, possano contribuire a promuovere il piacere e le capacità di relazionarsi con lo spazio ambientale per scoprirlo Territorio. Arte, ambiente, paesaggio – e territorio – sono infatti elementi strettamente correlati. Qui ben si comprende come l’arte possa fondersi, e si fonda, con il paesaggio per diventare uno spunto di riflessione, di coinvolgimento, di contatto con un luogo. Un contatto che può essere sia fisico che mentale, ma che in ogni caso deve diventare un modo per entrare a far parte di un ecosistema in continua trasformazione. L’arte come sistema ecologico, quindi. Un sistema che può riconfigurare qualsiasi progetto di territorio, sempre che quest’ultimo recuperi la sapienza ambientale perduta, i valori estetici dello spazio pubblico, la misura dell’insediamento e il limite della città. A conclusione di questa prima iniziativa, dopo l’inaugurazione del MABOS, il critico d’arte e direttore del Museo d’Arte del Bosco della Sila, Roberto Sottile, nel ringraziare il curatore ed il suo staff per aver pensato e realizzato questa tre giorni, ha voluto esprimere brevemente il suo pensiero, che di seguito riportiamo: “Rigenerazione questa la parola d’ordina di queste tre giornate presso il MABOS a cura di Andrea La Porta. Un simposio di percezioni che si sono amalgamate nell’arte cinematografica, della parola, delle performance e dell’arte visiva. Un legame indissolubile che i protagonisti di queste tre giorni hanno presentato riuscendo a trasportare ogni spettatore in un mondo “altro” dominato proprio da quel legame tra arte e natura. Il MABOS nasce con questa ambizione: riuscire a presentare un percorso che possa mettere al centro la creatività artistica con la maestosità e la bellezza della natura. Rigenerazione ma anche appuntamento di idee e di pensieri che hanno avuto la possibilità di incontrarsi e ritrovarsi ma prima di ogni altra cosa di riconoscersi. Andrea La Porta è riuscito in questa tre giorni a farci riconoscere, a far riscoprire in noi quel codice genetico che diventa sensibilità attraverso l’interazione dell’arte. A Laura Stancanelli e Ehab Halabi Abo Kher, altri protagonisti di questa tre giorni, il riconoscimento di averci condotto per mano nell’incontro spirituale tra i ricordi di un tempo passato che si fondono con una quotidianità veloce, sempre più veloce, che attraverso la loro arte, le loro sensazioni, i loro gesti, rallenta. Indietreggia. Diventa musa ispiratrice. La loro interazione “natura umana due” diventa il respiro del bosco, il rumore di questa umanità che ha bisogno di confessare le proprie debolezze, e nello stesso tempo di condividere”.

     

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