Incendi boschivi, gli interessi criminali legati alle centrali a biomasse (CON VIDEO)

Il responsabile della protezione civile Carlo Tansi sentito dai magistrati. Pronto un dossier

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    di Antonio Capria

    “Alle latitudini della Calabria non può esistere scientificamente il fenomeno dell’autocombustione. Gli incendi boschivi non sono l’opera di piromani, cioè di persone che soffrono di disturbi mentali che li portano ad appiccare il fuoco, e solo in una percentuale irrisoria i roghi sono di natura accidentale. Noi abbiamo a che fare soprattutto con incendiari che appiccano il fuoco in maniera dolosa. Durante questa stagione solo nella provincia di Cosenza sono stati percorsi da incendi 413 chilometri quadrati di territorio, una superficie equivalente a quella di 60 mila campi di calcio”. A parlare è il responsabile della protezione civile regionale Carlo Tansi, intervistato a Palazzo De Nobili a margine della conferenza stampa di presentazione della campagna nazionale “Io non rischio”. Ma quali sono gli interessi che spingono gli ‘incendiari’ a ridurre in carbone i boschi calabresi?

    Interessi rilevanti “Ci sono interessi grossissimi – spiega Tansi – che ruotano soprattutto attorno alle centrali a biomasse, che vengono alimentate anche con il legname tagliato dopo gli incendi. Basti pensare che quella del Mercure fattura ogni anno 49 milioni di euro. Analizzando i territori interessati dai grandi roghi, ho notato una strana coincidenza tra queste aree e l’ubicazione delle centrali”. Tansi ricorda i grandi incendi registrati in Sila nell’area tra Longobucco, Acri, Rose e Savelli, nel Pollino quelli di Mormanno, Morano e Papasidero: “Tutti incendi vicini alle grandi centrali a biomasse”. Si tratta di boschi di conifere, che una volta distrutti dagli incendi devono per legge essere bonificati. Purtroppo durante la bonifica “non vengono tagliati soltanto gli alberi bruciati – spiega Tansi – ma anche quelli semplicemente anneriti, o spesso neppure sfiorati dagli incendi. In alcuni casi, secondo le inchieste della Procura di Castrovillari, queste aree sono state estese ad arte”.

    In preparazione dossier Su queste ipotesi Tansi è stato già ascoltato dalle procure interessate. “Ho segnalato queste anomalie e sto preparando un dossier”, ha aggiunto il responsabile della protezione civile. “Non ho nulla da dire sulle centrali a biomasse – precisa – che comprano il legname e lo bruciano per produrre energia elettrica, ma bisognerebbe svolgere approfondimenti su alcune ditte fornitrici di legname, spesso gestite da personaggi già noti alle forze dell’ordine o da prestanome. Ciò consentirebbe di comprendere meglio certe dinamiche”

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