L’innovazione farmaceutica in Oncoematologia

Se ne è parlato nel corso che si tiene nelle case delle Culture promosso dal professore Molica. Ultimo appuntamento il prossimo 1 dicembre 

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    SI è svolta nella giornata di venerdì, la seconda parte del X corso di formazione in ematologia e oncologia – curato dal dottore Stefano Molica, direttore del dipartimento di Oncoematologia dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro – svoltasi presso la Casa delle Culture, di cui uno dei temi centrali è stato: “Innovazione farmaceutica in Ematologia e Oncologia”. Diversi i relatori che si sono succeduti nel corso delle due sessioni che hanno approfondito argomenti inerenti, tra gli altri, la terapia dell’anziano con leucemia acuta mieloide; la terapia ferrochelante nei pazienti con sindrome mielodisplastica – nel pomeriggio- profili di responsabilità medica nelle scelte terapeutiche innovative; profili di responsabilità medica nelle scelte terapeutiche innovative.

    “L’endpoint è importantissimo nella leucemia mieloide cronica perché ha cambiato radicalmene l’atteggiamento che si ha con i pazienti. – ha specificato il dottore Massimo Breccia, dell’Istituto di Ematologia all’Università La sapienza Roma – Da quando iniziamo in alcuni pazienti, soprattutto i giovani, cerchiamo di intensificare la terapia per arrivare più rapidamente ad una risposta molecolare profonda e quindi arrivare anche alla sospensione della terapia”

    La sfida dei nuovi farmaci nella terapia ferrochelante, difatti, è importante soprattutto in pazienti con sindrome mielodisplastica, come evidenziato dal direttore scientifico Irccs-Crob di Rionero al Vulture, Pellegrino Musto:”Fino a poco tempo fa questa terapia veniva definita di supporto che ora sta assumendo un ruolo importante in questo tipo di pazienti dimostrando che attraverso questo trattamento che tende a ridurre il carico di ferro indotto dalle trasfusioni, si possono osservare dei vantaggi clinici importanti nei pazienti in termini di sopravvivenza” – ed infine – “Altri scenari riguardano la biologia del sovraccarico di ferro che può essere modificata attraverso questo tipo di trattamento per quanto riguarda altri tipi di pazienti che può avere una certa importanza anche per quanto riguarda la risposta ematologica con diminuzione di trasfusioni”.

    Ampio spazio è stato dedicato due importanti tematiche quali, la responsabilità medica nelle scelte terapeutiche innovative e ai cambiamenti che si sono avuti in ambito della responsabilità professionale con la Legge Gelli, magistralmente disquisite dal procuratore della Repubblica di Venezia, Adelchi D’Ippolito, e dalla legal bussines partner della Roche, Sara Gorza:”La Legge Gelli ha l’obiettivo preciso di assicurare un’efficacia tutela al paziente. – ha evidenziato il procuratore D’Ippolito, proseguendo – Oltre a garantire serenità al medico nell’espletare la sua professione che deve preoccuparsi solo di curare i malati e non di una possibile azione giudiziaria che potrebbe palesarsi dopo”.

    “Per un medico è importante avere la piena consapevolezza dei propri diritti e di quanto prevede il legislatore a propria tutela anche alla luce dei recenti interventi normativi o sentenze che hanno riconosciuto come chiave il ruolo del medico quale unico decisore e responsabile nelle scelte terapeutiche” – ha sottolineato Gorza nell’illustrare quali responsabilità vengono riconosciute al medico.

    Tante le tematiche affrontate nel corso della seconda giornata di formazione professionale, ben contestualizzate nella realtà professionale calabrese ancora vincolata a livello gestionale a un rigido piano di rientro regionale, per le quali sono stati coinvolti tutta una serie di stakeholder a livello regionale che hanno dato un contributo significativo alla implementazione sempre maggiore di approcci terapeutici innovativi.

    L’ultimo appuntamento del X corso in Ematologia e Oncologia, è per il prossimo 1 dicembre, durante il quale verrà affrontato il tema degli aggiornamenti in oncologia.

    La prima giornata: Nel corso del primo modulo sono stati diversi gli argomenti approfonditi tra i quali: la rivoluzione degli anticorpi monoclonali; la terapia del mieloma multiplo 2017; l’overview degli algoritmi terapeutici; la gestione delle reazioni correlate all’infusione. A confronto figure istituzionali, medici e aziende farmaceutiche.

    “La strutturazione del corso segue un format particolare che si focalizza nelle prime due giornate sia sulle nuove terapie che sui nuovi approcci terapeutici nelle patologie ematologiche>>. Ha evidenziato il dottore Stefano Molica – direttore del Dipartimento Oncoematologico del presidio “Ciaccio-De Lellis“ ed organizzatore della tre giorni di formazione, aggiungendo: <

    La prima giornata del corso si è avvalsa della presenza e degli interventi assai qualificati di relatori e ospiti quali: Alessandra Ferrajoli, del Leukemia Department University Texas M.D Anderson Cancer Center – Houston Usa; Alessandra Tedeschi, Divisione di Ematologia dell’Ospedale Niguarda di Milano; Eleonora Arboscello, Onco Ematologia dell’Ospedale S. Martino di Genova; Laura Orlando, coordinatrice assistenziale infermieristica Dipartimento Ematologia all’Ieo di Milano.

    “Gli algoritmi aiutano moltissimo soprattutto nella terapia delle diverse tipologie di leucemia linfatica cronica che hanno una risposta superiore ai nuovi farmaci e ai nuovi inibitori rispetto a quella della terapia tradizionale”. – ha spiegato la dottoressa Ferrajoli proseguendo- “Di conseguenza, aiutano molto nella selezione del paziente che trarrà il maggior beneficio da questi nuovi farmaci”.

    Una sfida, quella dei nuovi farmaci, che ha come obiettivo quello di dare maggiore qualità alla vita del paziente oncoematologico, come evidenziato dai relatori nel corso delle varie sezioni, che hanno messo in luce quanto “l’avvento dei farmaci biologici in ematologia ed oncologia  ha impattato in modo significativo sull’aspettativa di vita dei pazienti, nonostante la loro utilizzazione richieda grande attenzione alla selezione corretta dei pazienti basata su fattori predittivi di efficacia. Mentre, la gestione ottimale della sequenze e la combinazione dei trattamenti, la valutazione dei reali benefici rispetto alle diverse opzioni disponibili e del rapporto fra l’entità del beneficio atteso e l’impatto del trattamento sulla collettività in termini di allocazione delle risorse rappresentano degli importanti punti di discussione”.

    “Abbiano avuto l’introduzione di nuovi farmaci nel trattamento della leucemia linfatica cronica che hanno cambiato la prognosi dei pazienti oncoematologici”. Ha spiegato la dottoressa Tedeschi, continuando:”Sono dei farmaci non immunochemioterapici ed hanno portato un prolungamento della sopravvivenza libera della malattia nei pazienti con tutto un altro aspetto di tossicità diversa rispetto a quella che eravamo abituati a gestire anni fa”.

    Problematiche, queste, particolarmente sentite dalla comunità scientifico-professionale ematologica e oncologica che più recentemente ha concentrato la sua attenzione sulla valutazione della qualità di vita dei pazienti andando a migliorare quella che è la gamma di farmaci da inserire nelle singole terapie rendendo corretto l’impiego del farmaco e del posizionamento dei nuovi trattamenti, nel continuum di terapie disponibili, oltre a sollecitare una riflessione sul loro valore e sul ruolo dei clinici nel raggiungimento della sostenibilità del sistema.

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