‘Io vittima di un errore giudiziario che mi è costato il lavoro’

La storia di Angelo Barone arrestato nell'operazione Violentemente investito e ora assolto 

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    “Si è definito il 14 novembre scorso il processo a carico di Barone Angelo con sentenza emessa dal Gup, a seguito di giudizio abbreviato, che ha prosciolto l’imputato dal reato di fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione  fraudolenta della propria persona per aver concorso, secondo la contestazione, a denunciare un sinistro mai accaduto”. Inizia così la nota degli avvocati Vincenzo Ioppolo e Antonio Rania, difensori di Angelo Barone il quale ha ottenuto giustizia in merito ad una intricata vicenda giudiziaria che lo ha visto inconsapevole protagonista. Tutto risale al 13 maggio 2014, quando a seguito di un operazione della Guardia di Finanza di Catanzaro, denominata “violentemente investito”, venivano arrestate 16 persone e 156 denunciate per truffa ai danni dell’assicurazione. Tra gli arrestati anche Angelo Barone che oggi, alla Iuce dei fatti, vuole in prima persona raccontare tutta la vicenda. “Erano circa le 5 del mattino del 13 maggio 2014 quando bussano alla mia porta gli agenti della Guardia di Finanza e mi notificano un atto di arresto firmato dal Gip  Reillo. Una situazione irreale – prosegue Angelo Barone – alla quale hanno dovuto assistere anche i miei 3 bimbi piccoli ormai svegli. Immediatamente dopo vengo portato presso la loro caserma e successivamente, prima di riportarmi a casa sotto arresti domiciliari, presso la questura di Catanzaro. Fu solo il giorno successivo che con i miei avvocati Ioppolo e Rania, ci siamo resi conto dell’errore giudiziario della Procura sulla mia attività professionale. Errore che viene riscontrato nel corso del mio interrogatorio davanti al Gip  Reillo. Infatti i miei avvocati hanno esibito la documentazione attestante la mia professione di investigatore privato presso l’agenzia di Catrambone Ivan, e non di liquidatore assicurativo come detto dalla Procura. In seguito a quanto emerso, il Gip dispone la mia immediata scarcerazione. La mia gioia viene però offuscata dall’immediato licenziamento dal lavoro in agenzia. Ma non solo, il Pm Paolo Petrolo decide di rinviarmi a giudizio per un reato minore. Oggi, finalmente, dopo tutto ciò, posso tirare un sospiro di sollievo perché lo scorso 14 novembre, vengo definitivamente assolto anche da quel reato a me ascrittomi. Ho voluto raccontare io il tutto – conclude Angelo – per riscattare la mia dignità e onestà. Lo dovevo a me stesso alla mia famiglia che ha sofferto insieme a me, e a tutte quelle persone che hanno sempre creduto nella mia lealtà professionale nei miei 15 anni di esperienza investigativa.

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