Corte dei Conti: sanità ‘buco nero’, agricoltura a rischio

 Inaugurato l’anno giudiziario della magistratura contabile: nel 2017 accertati danni erariali per oltre 11 milioni. Depositate due citazioni per indebito uso dei fondi dei gruppi della Regione

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    Irregolarità nella gestione della sanità, spreco di denaro pubblico, truffe nel settore dell’agricoltura e nell’erogazione di contributi pubblici, due citazioni per indebito utilizzo di fondi dei gruppi consiliari della Regione dal 2010 al 2012, l’aumento delle denunce a carico dei “furbetti del cartellino”. Sono questi i dati più significativi emersi dalla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti calabrese.

    Danni erariali per 11,5 milioni – Sotto i riflettori l’attività della magistratura contabile regionale nel 2017, attività che per quanto riguarda la Sezione giurisdizionale ha registrato – è scritto nella relazione del presidente Rita Loreto – «un trend di complessiva produttività in materia di giudizi di responsabilità, pensionistici e di conto» che «ha raggiunto e superato quello del 2016, con 372 sentenze pubblicate», 72 delle quali sono state di definizione di contenziosi amministrativi per un importo di 11,5 milioni di danno erariale accertato dai giudici contabili lo scorso anno. Con riferimento a quest’ultimo profilo di attività, la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti calabrese ha in particolare riscontrato «in costante crescita la tipologia di indebite percezioni di contributi e finanziamenti statali, regionali e/o comunitari che – è riportato ancora nella relazione del presidente Loreto – si esplicano attraverso variegate condotte illecite e che hanno portato alla trattazione di ben 40 giudizi, di cui 32 definiti con sentenze di condanna, sul presupposto dell’accertato sviamento dei fondi pubblici dall’interesse collettivo che con il loro corretto impiego avrebbe dovuto essere garantito, stante la mancata realizzazione del programma di investimento».

    Agricoltura a rischio – Secondo la magistratura contabile calabrese poi «molto frequenti sono state le sentenze di condanna per truffe all’”Agea”, realizzate nella maggior parte dei casi attraverso la presentazione di domande di contributo non veritiere, nelle quali gli agricoltori beneficiari dichiaravano come appartenenti alla propria azienda terreni su cui in realtà non avevano alcun titolo reale», mentre in altri casi addirittura vi è stata la percezione di contributi intesati a soggetti detenuti». “Focus” della Corte dei Conti anche sugli appalti di opere pubbliche, con la citazione della condanna dei direttori dei lavori e del responsabile del procedimento per il completamento di una tangenziale, per complessivi 3,2 milioni in favore di un’amministrazione provinciale «a causa del significativo stravolgimento dell’opera per come originariamente progettata e conseguente inutilizzabilità dell’arteria stradale» e sulle “società in house”, con la citazione della condanna del presidente di una Fondazione interamente partecipata dalla Regione al risarcimento di 500mila euro «illecitamente distratti per proprio personale tornaconto». Il “buco nero” della sanità – Particolarmente intensa poi è stata, nonostante la grave scopertura degli organici rimarcata dal procuratore Rossella Scerbo, l’attività della Procura regionale della Corte dei Conti, che nel 2017 ha aperto oltre 2.500 fascicoli e ha richiesto importi per oltre 5milioni con atti di citazione per presunti danni arrecati al Servizio sanitario regionale (2,9 milioni) e alla Regione (2,1 milioni): mentre le citazioni depositate dalla Procura contabile in materia di fondi pubblici sfiorano l’importo di 15 milioni. Nell’analisi della Procura della Corte dei Conti comunque massima attenzione è stata data alla sanità, che in Calabria – ha detto sempre Scerbo – resta uno dei settori «a più alto rischio di danno erariale», soprattutto a causa della «mancata esecuzione di sentenze di condanna al pagamento dei corrispettivi per contratti di fornitura di beni o servizi. Si tratta – ha rilevato ancora il procuratore della Corte dei Conti – di un fenomeno che appare particolarmente grave e diffuso per gli aspetti quantitativi nell’ambito delle Aziende sanitarie provinciali, che va indubbiamente ad aggravare i già precari equilibri della sanità calabrese. Questa situazione è una fonte enorme di dispersione di denaro pubblico, anche perché in questi contesti di ritardati o mancati pagamenti spesso alligna il rischio di doppi pagamenti. In un’Asp – ha spiegato Scerbo – in effetti sono in stati scoperti doppi pagamenti, purtroppo prescritti sia in sede penale che contabile, ma non è l’unico caso».

    Assenteismo in aumento – Il procuratore contabile ha anche parlato di un consistente aumento, anzi di una moltiplicazione, delle denunce per «illegittime assenze dal servizio», cioè di assenteismo. «In base a quanto previsto dal decreto legislativo 116/2016 – ha aggiunto – le amministrazioni, in tutti i casi di flagranza o di falsa attestazione della presenza in servizio con modalità fraudolenta, sono tenute ad avviare il procedimento disciplinare e a trasmettere la notizia alla Procura contabile. Spesso il danno patrimoniale – ha spiegato Scerbo – è limitatissimo perché si tratta di poche ore o pochi giorni, mentre nessuna prova viene fornita del danno all’immagine». L’indebito uso dei fondi dei gruppi consiliari – Il procuratore della Corte dei Conti ha poi annunciato che «sono state depositate le prime due citazioni per il risarcimento dei danni subiti dalla Regione per l’indebita utilizzazione dei fondi assegnati ai gruppi consiliari dal 2010 al 2012. «L’istruttoria contabile – ha spiegato Scerbo – si è avvalsa del materiale probatorio acquisito dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria». Le citazioni – ha poi reso noto il procuratore Scerbo parlando con alcuni giornalisti – riguardano l’allora capogruppo del Popolo delle Libertà, Luigi Fedele, e gli allora componenti del gruppo del Popolo delle Libertà Piero Aiello, Gianpaolo Chiappetta e Giovanni Nucera, tutti ex consiglieri regionali. Il procuratore della Corte dei Conti ha comunque ricordato che «sono in corso le notifiche anche per altre posizioni individuali». Con riferimento invece all’utilizzazione e alla rendicontazione dei fondi dei gruppi consiliari della Regione negli ultimi anni, la Scerbo ha precisato: «In base alle normative vigenti questo esame spetta alla sezione di controllo della Corte dei Conti, ma dalle delibere adottate dalla sezione sul punto sembra che la situazione sia cambiata in meglio». “Amministrazioni e revisori latitanti” – Infine, molto produttiva nel 2017 si è rivelata la Sezione di controllo della Corte dei Conti, molto attiva soprattutto nel controllo degli enti locali che – ha reso noto il presidente, Tommaso Salamone – «ha fatto registrare il dato di 40 Comuni calabresi in dissesto, dato record sul piano nazionale». Per quanto riguarda gli enti locali, piuttosto duro è stato anche il giudizio del procuratore Scerbo, secondo «cui un dato significativo nelle denunce è quello della ricorrente latitanza delle amministrazioni danneggiate e dei revisori dei conti. Si tratta – ha proseguito – di un comportamento da censurare perché in violazione di specifici obblighi di denuncia. In particolare – ha concluso il procuratore della Corte dei Conti – preoccupante è l’atteggiamento dei collegi revisori dei conti che non mandano nessuna segnalazione, se si considera che in Calabria molti Comuni versano in una grave situazione di dissesto finanziario nella quale è facile che vi sia un danno erariale». (ant. cant.)

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