Piscina, il Comune risponde a Celia e dice che il Cpi ancora non c’è

Contraddittorie le tesi sostenute dall’amministrazione  nella risposta al consigliere comunale, che rilancia 

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    Di Giulia Zampina 

     

    Si dice che a volte la cura sia peggio del male. Si dice e a volte accade pure di avere la palese dimostrazione che sia davvero così. Come nel caso della  controversia che mette difronte il consigliere comunale Fabio Celia e il Comune di Catanzaro sulla vicenda piscina . Celia a gennaio aveva firmato un’interrogazione in cui chiedeva conto della mancanza di alcuni documenti previsti dalla legge per l’apertura dell’impianto di Pontepiccolo. Il Comune risponde all’interrogazione, innanzitutto smentendo le voci fatte circolare secondo cui il Cpi era stato rilasciato, e poi di fatto contraddicendosi in molti altri punti. E così il consigliere Celia replica ancora alle parole del Comune sulla vicenda.

    “con l’interrogazione del 01/01/2018 prot. n. 10197 – scrive Celia – si chiedeva formalmente, di ricevere risposta ad alcune domande. Se , alla data dell’interrogazione stessa fosse stato rilasciato il C.P.I. (Certificato Prevenzione Incendi) da parte del Comando Vigili del Fuoco.Se fosse stata effettuata la prevista comunicazione di inizio attività. Se fosse stata fatta la prevista verifica ad opera della Commissione di Pubblico Spettacolo”

     “ Ebbene, – dice ancora il consigliere comunale – in data 08/02/2018 il Comune di Catanzaro, con nota prot. n. 13488, ha così risposto all’interrogazione : Il C.P.I. non è stato ancora rilasciato, ma la “Calabria Swim Race” ha trasmesso la SCIA ai VVF con nota prot. n. 1814 del 06/02/2018. Dunque – osserva Celia – la trasmissione è avvenuta subito dopo la denuncia pervenuta al Comune di Catanzaro ed ampiamente dopo l’apertura dell’impianto, mentre, come ben sappiamo, una tale operazione doveva essere necessariamente fatta prima dell’apertura al pubblico, così come imposto dall’art. 11 del Capitolato Speciale allegato al Bando di gara. Il Comune scrive ancora , la comunicazione  di Inizio Attività è stata trasmessa il 12/01/2018 con codice univoco SUAP 4735 “Richiesta di idoneità igienico-sanitaria”, integrata in data 23/01/2018 con la Segnalazione Certificata di Inizio Attività – SCIA di piscina (ai sensi dell’art. 19 L. n. 241/90), in cui il Concessionario ha fornito asseverazione del possesso dei requisiti igienico-sanitari, asseverazione prevista in sostituzione alla richiesta di idoneità igienico-sanitaria; in altre parole, il Concessionario ha formalmente garantito il possesso di tutti i requisiti necessari in materia igienico-sanitaria.

    L’auspicio – scrive il consigliere – a questo punto, è che i controlli all’uopo effettuati dall’A.S.L. in data 01/02/2018 abbiano dato esito positivo, ovvero che non siano state emesse prescrizioni; in caso contrario, ci si troverebbe di fronte a dichiarazione falsa e/o mendace che, come prevede la normativa cui il Comune di Catanzaro ha fatto esplicito riferimento nella nota di risposta all’interrogazione, prevede “chiunque, nelle dichiarazioni o attestazioni o asseverazioni che corredano la segnalazione di inizio attività, dichiara o attesta falsamente l’esistenza dei requisiti o dei presupposti di cui al comma 1, è punito con la reclusione da uno a tre anni”.

    “ Nella dichiarazione tecnica allegata alla SCIA,  – conclude Celia -la Ditta ha affermato che nella struttura non  sono  previste tribune per il pubblico, essendo la piscina a suo dire “riservata       esclusivamente all’attività di apprendimento del nuoto”. Una tale previsione, da un lato costituirebbe violazione della disposizione contenuta all’art. 5 del Capitolato Speciale (Obblighi del Concessionario), nello specifico “promuovere eventi sportivi agonistici”; dall’altro potrebbe costituire un evidente aggiramento del previsto obbligo di valutazione ad opera della Commissione di Pubblico Spettacolo.

     

          Ciò che lascia qualche dubbio, esaminata la vicenda nel suo complesso e “con carte alla mano”, è proprio la posizione del Comune di Catanzaro, quale stazione appaltante, che fin dalle prime segnalazioni sulle presunte anomalie ancor prima dell’apertura dell’impianto – esattamente all’epoca dell’aggiudicazione – ha fornito risposte che ai più continuano a risultare “forzate” , che lasciano attonita una comunità che merita giustizia, e non contribuiscono a chiarire i dubbi per i quali lo scrivente, con nota prot. n. 15082 del 13/02/2018, ha formulato una ulteriore interrogazione, di cui resta in attesa di riscontro”

     

     

     

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