Erbacce, Mirarchi: il solito rimpallo di responsabilità

Il consigliere comunale: sarebbe meglio liquidare le aziende aggiudicatarie degli appalti e implementare l’organico delle Partecipate comunali

Più informazioni su


    “Come al solito, mi tocca fungere da megafono dei cittadini stanchi di vivere in una giungla metropolitana, fatta di erbacce incolte soprattutto nella stagione primaverile e nella successiva estate. Capisco la battuta del sindaco Sergio Abramo che in una recentissima conferenza stampa ha affermato: se l’erba tagliata si potesse sfruttare a fini industriali, saremmo la città più ricca d’Italia. Una giusta osservazione, considerato che tutto il nostro capoluogo è realmente pieno di verde. Un fatto molto positivo, ci mancherebbe, ma che diventa invece un handicap se non si procede alla necessaria manutenzione di alberi, aiuole, prati, giardini pubblici e quant’altro”. Ha esordito così il presidente di commissione e consigliere comunale Antonio Mirarchi, il quale è tornato su un argomento di grande attualità in questo periodo che però è stato un pallino di Mirarchi anche in autunno e inverno: “Sono come noto sensibile al delicato punto in questione. E lo sono tutto l’anno. Mi pare infatti che si assista allo stesso rimpallo di responsabilità a cui si ricorre quando c’è di mezzo l’acqua con lo scaricabarili, è proprio il caso di dire, fra Comune, Sorical e Consorzio di Bonifica. Ebbene, analogamente accade con il rimpiattino tra Sieco e Ati Verde a cui Palazzo De Nobili deve anche stilare i piani di lavoro e fare la programmazione. Compito che peraltro non spetterebbe all’ente. Ma al danno si aggiunge la beffa, poiché in Municipio non si riscontra poi un adeguato livello di controlli nei confronti di chi dovrebbe materialmente procedere al diserbo. E allora gli interventi si disperdono nei meandri delle competenze fra ditte e persino capi squadra o singoli operai. Mi chiedo allora se non sarebbe meglio assegnare qualche giardiniere stagionale, quindi non assunto a tempo indeterminato, alla Catanzaro Servizi senza cioè esternalizzare?”. Ha le idee chiare Mirarchi, che aggiunge: “Quanto successo con gli alberi di alcuni quartieri della zona a Sud è kafkiano, dal momento che si è atteso prima la fioritura alla quale è seguita la fase in cui sono seccati ed ancora il rifiorire senza muovere un dito. La riprova nel fatto che in diversi casi sono stati i residenti stessi a provvedere alla potatura a proprie spese. Così non va. E che dire della scuola di Barone in cui da tempo si vive una situazione di potenziale pericolo per i giovanissimi scolari che la frequentano, costretti a recarsi quotidianamente in un luogo scarsamente igienico e salubre. Nelle medesime condizioni pietose è il cimitero di Lido. Ribadisco allora – ha aggiunto il consigliere – che sarebbe meglio liquidare le aziende aggiudicatarie degli appalti e implementare l’organico delle Partecipate comunali con uno o al massimo un paio di operai chiamati soltanto per una manciata di mesi. Ci pensi l’assessore al ramo, anche perché a mio avviso sarebbe un modo per far risparmiare all’ente dei soldi sborsati per servizi di cui all’atto pratico non fruisce. Comunque sia, l’auspicio anzi l’esortazione – ha concluso il presidente Mirarchi – è che non passi anche l’estate ormai alle porte con un nulla di fatto”

    Più informazioni su