La Maturità e la sua attesa, i tempi son cambiati: ‘Nessuna paura’

“Sai che ti dico, che se esce Moro, manco lo faccio”. Poi all'ingresso qualcosa cambia 

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    di Roberto Tolomeo

    “Sai che ti dico, che se esce Moro, manco lo faccio”. Sembra non avere dubbi una delle maturande in attesa di entrare nel Liceo Scientifico Siciliani per svolgere la prima prova scritta della Maturità 2018. Ma la sua è in realtà una voce fuori dal coro, non si capisce quanto sincera peraltro. Il nome del leader della Dc di cui ricorre il 40ennale della morte, è sulla bocca di tutti (o quasi) i ragazzi che affollano la scalinata del liceo alle 8.15. Tutti sono convinti che da lì a qualche minuto, tra gli argomenti della prima prova scritta ci sarà qualcosa di suo e intanto non nascondono di essersi preparati adeguatamente. Alla fine tra le millemila tracce un brandello del Moropensiero emergerà. Ah sì, è proprio vero. La Maturità, (come il Natale, le stagioni…) non è più quella di una volta. Vent’anni fa le previsioni della vigilia erano destinate ad evaporare prima dell’apertura delle buste. Oggi davanti all’ingresso principale del Liceo ad evaporare invece sembra essere la cosiddetta tensione della vigilia.

    Paura dell’esame? Ma dove? Se i ragazzi temono la Maturità lo nascondono bene. Nessun ripasso–che peraltro prima di un tema scritto sarebbe stato scientficamente inutile- nessun abuso ansiogeno di tabacco, nessuna fila chilometrica davanti al bagno del bar più vicino per impellenti, intempestivi improvvisi emotivi bisogni fisiologici. Si parlotta di vita e di mondiali di calcio, si decide di arricchire la propria pagina Istagram con un selfie. Alcuni si concedono con nonchalance alle telecamere di una tv regionale. Temi nascosti nella cintura o altrove? “Noo sono inutili’.

    Beh, qualcuno più teso degli altri c’è. Li riconosci subito quelli così. Se ne stanno in disparte di fronte all’ingresso con lo smartphone in mano o si abbandonano ad inequivocabili risate isteriche o a qualche sbuffo di troppo. Uno di loro scarica la tensione completando un cubo di Rubik con la mano sinistra mentre tiene il telefono con la destra. Ma in genere non si può dire che si respiri un clima di tensione, almeno fino alle 8.30 quando tutto repentinamente cambia. Il ‘tutti dentro’ è solenne quasi quando l’’extra omnes’ del conclave papale. I maturandi si avvicinano uno per uno all’ingresso, e qualcuno arriva ad ironizzare sulla loro andatura quasi da patibolo. C’è ancora solo il tempo per una foto di gruppo poi le porte si chiudono e i giovani restano soli con un foglio, con le loro idee, con le loro incertezze, con le loro speranze.

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