Maestre violente, ecco cosa dovevano subire i bimbi 

Venerdì la sentenza per la docente dell’asilo indagata che ha scelto abbreviato. Il ringraziamento alla Squadra Mobile della Questura 

Più informazioni su


    Di Giulia Zampina 

    Non poteva consumare la merenda o bere, mentre tutti gli altri lo facevano. Doveva stare in punizione con le mani sotto il sederono seduto su una panchina. A volte doveva inginocchiarsi a terra con la mano dietro la schiena. Per non parlare degli insulti e di qualche schiaffo. Ecco perché ad un certo punto un bimbo, che era sempre andato a scuola con piacere, inizia a mostrare disagio all’idea di andare all’asilo. La mamma lo sollecita, cerca di farlo parlare e nel frattempo scopre che il figlio ha un livido sotto il braccio.

    Chiede spiegazioni. Il bimbo inizia a mentire , ma in maniera maldestra al punto che la mamma  inizia ad avere dei sospetti e senza pensarci due volte, esattamente due anni fa va in Questura a denunciare quelli che fino a quel momento erano sospetti ma che, a seguito dell’attività investigativa della Squadra Mobile, guidata allora da Nino De Santis, grazie al lavoro dell’ufficio minori e dei funzionari Angelo Paduano e Costantino Belvedere, diventano terribili certezze.

    Quelle maestre, in quell’asilo di provincia. umiliavano i bambini, utilizzavano metodi punitivi violenti per redarguirli. E venerdì, per una delle due che ha scelto il rito abbreviato, sarà il giorno della sentenza. Tutto ciò che è stato oggetto del processo è stato supportato da intercettazioni ambientali che i poliziotti hanno acquisito in un anno.

    Ed in attesa di sapere cosa la giustizia deciderà, la famiglia del piccolo, assistita legalmente da Antonio Lomonaco, una cosa ci tiene a farla, ringraziare. “Vogliamo ringraziare la Questura, l’ufficio minori e la Squadra mobile perché non hanno perso tempo, anzi, per mettere fine a quelle che per i nostri figli erano vere sofferenze, hanno lavorato incessantemente supportati dall’autorita’ giudiziaria. Non sappiamo cosa decideranno i magistrati, ma per quanto fatto dalle forze dell’ordine non possiamo che essere grati a quella parte di Stato che ci è stata vicina.

    Più informazioni su