In scena la vita di Guglielmo Papaleo: emozioni sul filo della memoria

Ieri al Politeama gli imprenditori catanzarese hanno rappresentato 'Quando nessuno ci credeva' un omaggio al grande imprenditore del caffè. Malore per il regista Calabretta, ricoverato al Policlinico universitario  LE FOTO

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    E’ iniziata con la Marsigliese la serata di beneficenza dedicata a Guglielmo Papaleo ieri al Teatro Politeama, e le emozioni, fin da lì, non si sono fatte attendere. Protagonisti, oltre alla memoria del fondatore della Guglielmo Spa, sono stati in scena i Giovani imprenditori di Confindustria che, su idea del loro presidente Marco Rubbettino, hanno preso parte allo spettacolo “Quando nessuno ci credeva” dedicato proprio alla vita di Papaleo, dai suoi inizi nel commercio come garzone di bottega fino alla nomina a Cavaliere del lavoro, poco prima della morte. 

    L’occasione è stata quella della seconda edizione del memorial Guglielmo Papaleo – Premio Thèano promosso dall’Associazione nazionale Donne elettrici di Catanzaro destinato agli imprenditori che mostrano la parte più bella della nostra terra. Quest’anno il riconoscimento è andato, in apertura di serata, al Cavaliere del lavoro Giovanni Colosimo, che ha ricevuto il Premio, affiancato dalla moglie, dalle mani della presidente onoraria di Ande, Marisa Fagà. Con loro sul palco, insieme alla presentatrice della serata Rossella Galati, c’è stato anche il presidente di Confindustria Daniele Rossi, nipote di Guglielmo Papaleo: «L’emozione oggi è a livelli storici», ha ammesso malcelando l’emozione per una serata così importante per la sua famiglia. Dopo la consegna dell’opera di Massimiliano Salvatori a Colosimo, si è passati quindi al momento prettamente teatrale. 

    Lo spettacolo “Guglielmo Papaleo – Quando nessuno ci credeva”, diretto da Gregorio Calabretta, era già andato in scena al mattino per una rappresentazione riservata alle scuole catanzaresi, confermando l’obiettivo di fondo di tutta la manifestazione, come sottolineato dallo stesso Rubbettino a fine serata: ricordare ai giovani che i sogni ci sono, vanno fatti e perseguiti, lo ha potuto dimostrare in prima persona proprio Guglielmo Papaleo. Di origine umile, determinato, e «avanti di venti anni rispetto a tutti», come è stato più volte ricordato, il patron del caffè ha saputo creare un impero, senza dimenticare la sua città e la sua gente, facendo beneficenza, regalando anche momenti d’oro a Catanzaro, come nel 1971, quando portò la squadra giallorossa in Serie A. E’ stata la storia dei Tre colli, insieme a quella della famiglia Papaleo – sul palco, a fine serata, rappresentata da tutti i nipoti -, ad  andare in scena. Nello specifico dello spettacolo, insieme alla compagnia Teatrostudio Mediterraneo a salire sul palco sono stati proprio gli impavidi imprenditori catanzaresi di Confindustria giovani: di fianco al presidente Rubbettino, nel ruolo dello stesso Guglielmo, ci sono stati Antonia Abramo in quello della moglie di Papaleo, la signora Adalgisa, e poi ancora gli inconsueti attori Camillo Crivaro, Raffaele Davoli, Caterina Froio, Danilo Massena, Tiziana Muraca, Antonio Ranieri, Massimiliano Salvatori, che hanno interpretato i personaggi chiavi della nascita della Guglielmo Caffè, supportati da Anna Casalenuovo, Antonia Marino, Consuelo Citriniti, Metteo Guadagno, Patrizia Naselli, Pino Cerullo, Pino Sorgiovanni, Vitaliano Bianco del Teatrostudio. 

    A completare le “partecipazioni” allo spettacolo ci sono state le intersezioni video, proiettate sul fondo del palcoscenico, alternate a foto storiche della città di Catanzaro e delle attività di Papaleo, con interventi dello stesso Giovanni Colosimo, di Floriano Noto, di Salvatore Cristofaro e della signora Adalgisa Martelossi Papaleo – che il marito chiamava semplicemente Martelo’, come ricordato nello spettacolo -, che hanno reso ancora più docufiction l’intera operazione. 

    Inutile dire che Gregorio Calabretta è uno che le storie le sa raccontare e bene, e che lo spettacolo, a dispetto della amatorialità di gran parte degli interpreti – non ce ne vogliano gli imprenditori catanzaresi, anzi lode a loro per l’iniziativa -, ha ben saputo gestire i ritmi e dosare le emozioni, tante anche per chi Guglielmo Papaleo non l’ha neanche conosciuto. Un lavoro grandioso, quello di Calabretta, macchiato però da un malore che ha colpito il regista nelle prime ore di questa mattina: operato d’urgenza, è attualmente in terapia intensiva al Policlinico universitario, ma c’è ottimismo per la sua salute.

    Carmen Loiacono

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