Fotografia: La mostra di Raffaele Montepaone per la prima volta in Calabria

Nella Galleria fotografica di Cine Sud arriva “Life” dal 19 dicembre

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    Un appuntamento pensato per gli appassionati di fotografia che potranno ammirare la mostra di Raffaele Montepaone, fotografo calabrese apprezzato anche a livello internazionale, che si prepara ad esporre per la prima volta nella sua regione di origine, dopo la prestigiosa esperienza parigina al Carrousel du Louvre. Si intitola “Life” la mostra visitabile da sabato nella Galleria Fotografica di Cine Sud a Montepaone in cui, tra gli espressivi ritratti dei volti segnati dalle esperienze di vita degli anziani soggetti scelti da Montepaone, troverà spazio anche l’opera vincitrice del premio speciale Insideart riconoscimento del Talent Prize 2015. Una fotografia che cattura l’anima quella di Montepaone, capace di regalare l’immortalità a delle storie che costituiscono la memoria di un’intera regione il cui patrimonio antropologico viene preservato dall’indifferenza da un’indagine fotografica che incornicia l’emozione di sguardi senza tempo, che reggono il confronto con opere di artisti già affermati. Un progetto iniziato nel 2007 da uno scatto realizzato all’interno di un fotoreportage per un quotidiano locale, quello del fotografo vibonese, che si reinventa artista nel corso degli anni inseguendo l’ispirazione nata quasi per caso. “Life, il nome scelto per il progetto –spiega Montepaone- è nato per sottolineare la vita vissuta da persone che hanno sulle loro spalle una lunga storia. Nelle mie foto cerco di catturare non un’immagine ma un’anima, che emerge da scatti che sono preceduti da un lungo lavoro di preparazione che si basa nell’instaurare un contatto umano con i soggetti da ritrarre che non sono certo abituati ad essere fotografati e che difficilmente possono comprendere a primo impatto il senso di un’operazione artistica e culturale. Il rapporto con la fotografia degli anziani che vivono nei piccoli paesi della Calabria è spesso legato alla necessità di conservare il ricordo di un evento particolare; per loro la fotografia è quella di un evento personale come il matrimonio. Il senso di una “ricerca fotografica” o di una “sperimentazione” deve essere spiegato in maniera articolata per essere compreso. Non saprei dire da cosa è nata la voglia di fotografare le persone anziane, non è stata un’idea preconfezionata, tutto è partito da un lavoro commissionato da un quotidiano per cui lavoravo attraverso cui ho conosciuto la signora Concetta, la mia prima modella. Da quella foto è scattato un qualcosa che ho cercato di replicare negli anni quando ho incontrato gli altri anziani , ritratti nelle mie foto. Mi piaceva pensare di poter cambiare la visione di chi percepiva la presenza degli anziani solo come un ingombro, pensando erroneamente che non avessero più nulla da dire. Ho voluto dare voce alle loro storie. A livello umano questo percorso ha cambiato il mio modo di interfacciarmi con un’intera generazione con cui mi sono sforzato di stabilire un contatto aprendo un dialogo. Ben presto mi sono reso conto che ciò che riempiva di malinconia le loro giornate era il fatto che “qui non parlava più nessuno”. Vedere la gioia nei loro occhi del ritrovato dialogo con qualcuno che li voleva ascoltare, ha cambiato qualcosa dentro di me. Era uno scambio: io gli riconsegnavo la parola negata dalla società attuale, loro mi insegnavano ad mettermi all’ascolto di storie di cui avevo sottovalutato fino a quel momento l’importanza”. Una fotografia che nonostante l’apparenza, nasce in maniera molto semplice e spontanea quella di Montepaone che non ricrea set artificiali né ricorre a particolari attrezzature, ottenendo la particolare atmosfera che si ammira nelle sue foto, sfruttando la luce naturale e i forti contrasti tra il soggetto posto in primo piano e lo sfondo. “In alcuni giorni mi sono trovato a fotografare con una luce molto forte, quasi allo Zenit e lo sfondo nero è stato creato dall’ombra che si è chiusa dietro il soggetto. Non mi piace portare luci né flash, non esiste mai un set, fotografo le persone all’interno della loro casa, del loro ambiente. L’unica cosa preparata è l’incontro, con l’aiuto dei parenti. Nel mio modo di lavorare c’è poi un’altra particolarità non uso focali lunghe per i ritratti, che preferisco realizzare con un grandangolo. Sicuramente una scelta anomala che non viene fatta da molti ritrattisti, ma nella mia fotografia è importante il contatto con il soggetto e preferisco avvicinarmi ad esso per scattare la foto”. Un lavoro quello di Montepaone che si prepara ad un’evoluzione nell’intenzione di uscire dai confini calabresi per trovare dei nuovi soggetti da ritrarre in regioni diverse rispetto a quella in cui il progetto è nato. “L’idea futura è di scattare fuori dalla Calabria, il risultato sarebbe diverso perché diverse sono le culture e le tradizioni degli anziani cresciuti in altre realtà. Mi piacerebbe fare un “Life” di ogni regione italiana e metterli a confronto. Subito dopo vorrei realizzare un “Life Black”. Con persone di colore”. Un progetto che ha sedotto il mondo fotografico parigino quello di Raffaele Montepaone che per un gioco del destino si è trovato ad esporre nella capitale francese nel giorno degli attentati del 13 novembre. “Arrivare a Parigi nella settimana della fotografia ti fa comprendere l’attenzione rivolta al tuo lavoro. Vuol dire che le foto interessano e sono pronte ad avere una vita propria. È stato un percorso passato attraverso la vittoria all’interno dell’ “affordable art fair” dove ho avuto la possibilità di esporre a Milano dove sono stato l’unico giovane a vendere le opere. Questo mi ha permesso di essere notato e collezionisti come Erminia Di Biase hanno comprato le mie foto. Le gallerie hanno puntato sulle mie opere e questo mi ha accreditato per esporre a Parigi. Dalla gioia fortissima provata nel vedere le mie immagini esposte nella capitale francese, ho sperimentato i sentimenti assai diversi scaturiti dagli eventi tristemente noti avvenuti in quegli stessi giorni. Ero in metro quando è scoppiata la prima bomba allo stadio. Hanno fatto scendere tutti dai mezzi pubblici che sono stati bloccati in una città paralizzata. Ero lontano dall’albergo in cui alloggiavo e nessun mezzo poteva riportarmi in maniera immediata in un posto sicuro. È stato molto diverso viverlo dal vivo rispetto a quello che si è visto in tv”. Un incontro che si annuncia come ricco di contenuti quello con il fotografo vibonese accolto con entusiasmo dal curatore della mostra Francesco Mazza, che mantiene alta l’attenzione sui fotografi contemporanei per una proposta culturale che consegna ad appassionati e semplice curiosi un nuovo spazio di confronto. La mostra sarà inaugurata sabato19 dicembre alle ore 18.00 alla presenza dell’autore.

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