La ‘Akos’ a sostegno della maternità e dell’infanzia

Sottoscritto importante protocollo d'intesa

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    L’associazione di promozione sociale Akos – unitamente ad altre associazioni e su proposta dell’associazione Acquamarina operante all’interno dell’ospedale Pugliese-Ciaccio – ha sottoscritto un importante protocollo d’intesa per la realizzazione, a livello provinciale ed interprovinciale, di una rete di servizi socio-sanitari ed educativo-culturali nell’ambito della protezione della maternità e dell’infanzia.

    L’esigenza di tutela della maternità, intercettata di recente anche dal nostro legislatore che ha introdotto nuove misure a sostegno della maternità delle lavoratrici, emerge dalla constatazione che, nonostante il lavoro della donna abbia assunto negli ultimi anni un rilievo sempre maggiore, troppo spesso si assiste, da un lato, ad una dipartita delle madri lavoratrici dal mercato del lavoro – a causa dell’insostenibilità dei ritmi e delle concrete condizioni di svolgimento della prestazione lavorativa -, dall’altro, a forme di segregazione occupazionale che – alimentate da pregiudizi di genere, dalle maternità e dai limitati strumenti di conciliazione famiglia-lavoro – precludono alle donne livelli apicali all’interno delle organizzazioni del lavoro. E anche quando riescono a raggiungere le stanze del potere, la gestione ed il mantenimento delle posizioni acquisite si traducono in un’operazione molto complessa che manifesta tutta la precarietà di una situazione lavorativa fragile, in bilico tra un’esperienza di maternità unica ed irrinunciabile e performance lavorative che non perdonano défaillances ma, al contrario, richiedono comportamenti preordinati al raggiungimento di quegli obiettivi che solo in parte possono giustificare le mancanze e le perdite subite nel privato.

    Se un tempo il vero problema era costituito dal “soffitto di cristallo”, ovvero da quella barriera invisibile che impedisce di raggiungere posizioni di responsabilità, oggi, sfondato quel soffitto, il vero rischio è il “glass cliff”, ovvero il precipizio di vetro nel quale spesso si trova la donna che, tra vicende familiari, riassetti di management, cambiamenti dei mercati, riduzioni dell’organico, non è in grado di cristalizzare i risultati raggiunti o è incessantemente tenuta a dimostrare la capacità di svolgere la sua attività con competenza ed  efficienza.

    Sul versante complementare della protezione dell’infanzia – sorvolando sulle effettive ricadute che l’istituzione dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza avrà sull’effettiva tutela dei diritti dei minori: dal diritto alla famiglia, all’educazione, all’istruzione, alla salute, al diritto di essere ascoltato ed informato – è innegabile che il punto di partenza di ogni azione politica tesa a costruire una società sempre più rispettosa della dignità di ogni individuo deve essere il riconoscimento dei diritti dei minori quali diritti inalienabili della persona, attributi necessari inerenti alla sua condizione. In questa prospettiva, il criterio guida del “superiore interesse del minore”, che permea l’intero complesso del diritto minorile dei paesi europei, costituisce principio che riconosce al minore diritti propri e, al contempo, clausola generale positivamente predisposta al fine di consentire al giudice di assumere la decisione che a suo giudizio ne realizzi il miglior interesse.

    Le azioni a tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza si sviluppano, però, non solo all’interno e per mezzo di una triangolazione di relazioni che coinvolge lo Stato, i genitori ed il bambino, ma investono anche il mondo dell’associazionismo che, affondando le sue radici in un sostrato consolidato del nostro paese, costituisce un anello fondamentale nella prospettiva di una rete coordinata di servizi. Occorre adottare strategie integrate che, rendendo visibili i numerosi diritti di cui i minori godono e illuminando i fattori che direttamente o indirettamente influiscono sulla loro esistenza e realizzazione, riflettano le molteplici sfaccettature e la complessità della loro realtà, che non può ammettere percorsi semplificati e professionalità improvvisate.

    Scriveva Janusz Korczac nel 1924: “È faticoso frequentare i bambini, non perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, scendere, piegarsi, farsi piccoli ma piuttosto per il fatto di essere costretti ad elevarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, sollevarsi sulle punte dei piedi. Per non ferirli”.

     

    Avv. Stefania Valente

    Presidente Associazione “Akos”

     

    akos@libero.it

    https://www.facebook.com/associazioneakos

    http://studiolegalevalente.altervista.org/blog/akos/

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