Un incontro su Giovanni Grillo, deportato calabrese in un lager tedesco (CON VIDEO)

Questa mattina ampia partecipazione di studenti all'Istituto Fermi nel quartiere Lido

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    Sulle note dell’Inno di Mameli gli studenti del Liceo Statale Enrico Fermi del quartiere Lido di Catanzaro hanno inaugurato l’incontro – dibattito dal titolo “Giovanni Grillo da Melissa al Lager. La vicenda di un deportato calabrese. Le nuove generazioni custodi della memoria”, organizzato dalla sezione ANC “G. Arruzzo” in collaborazione con il Liceo Statale “E. Fermi” e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Catanzaro.

    Grazie all’evento, nato per commemorare le vittime dell’Olocausto, gli studenti hanno avuto l’occasione per riflettere sull’esperienza vissuta da Giovanni Grillo, militare originario di Melissa, deportato durante il Secondo Conflitto Mondiale in un campo di concentramento tedesco, dopo che si rifiutò di giurare fedeltà al Nazifascismo. Oggi narrata nel libro “Giovanni Grillo da Melissa al Lager. La vicenda di un deportato calabrese”, scritto dal giornalista Rai Gennaro Cosentino, la storia di Grillo può essere definita come una storia d’amore per la vita, storia di un uomo che con onore ha scelto la schiavitù piuttosto che disonorare la patria, ma che soprattutto ha avuto il coraggio di raccontare una delle pagine più brutte della sua vita e della storia contemporanea.

    All’incontro di questa mattina, organizzato nell’auditorium dell’istituito Fermi e moderato dalla giornalista Assunta Panaia, dopo il saluto del Dirigente scolastico Luigi Antonio Macrì, il quale ha sottolineato la fondamentale importanza di ricordare le esperienze vissute nei campi di concentramento, sono intervenuti il Presidente della sezione ANC “G. Arruzzo”, Maurizio Arabia, il Prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, l’Assessore Comunale alla Pubblica Istruzione, Fabio Talarico, il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Catanzaro, Angela Riggio, il Comandante provinciale dei Carabinieri, Colonnello Ugo Cantoni, il Sindaco di Melissa, Gino Murgi ed il Consigliere Provinciale Emilio Verrengia.

    Una lezione preziosa, quella a cui hanno partecipato gli studenti catanzaresi, che hanno potuto conoscere, riflettere e discutere sulla storia vissuta dal militare insieme a sua figlia Michelina Grillo. “Il lager non è una prigione normale – ha ricordato il Prefetto – segna dal punto di vista fisico e mentale, oggi è alto il rischio che molte persone possano trovarsi a vivere esperienze analoghe e proprio per questo occorre interiorizzare queste storie traducendole in esperienze di vita.” E quale migliore occasione per farlo se non grazie alla testimonianza diretta dei parenti di questi eroi che, proprio come hanno fatto fin quando ne hanno avuto le forze i protagonisti di questi eventi inumani, non si stancano mai di raccontare la verità.

    Non si stancano perché non possono e non devono farlo: “Più il tempo passa e più ci allontaniamo da quei fatti – ha detto Michelina Grillo – I superstiti dei campi di concentramento non ci sono più, la trasmissione orale si sta impoverendo e occorre invertire la rotta recuperando la storia di questi uomini.” Per la figlia di Giovanni Grillo è allora necessario approfondire la narrazione attraverso la lettura dei documenti, tracce certe della storia passata, che nel presente, attraverso il ricordo si caricano di intensi significati. Il libro che non  parla di un eroe, ma di uomo che lo è diventato, perché ha saputo raccontare la sua esperienza lasciandola in eredità alla storia, è una traccia di vita, che non può rimanere chiusa tra le pagine ma deve essere portata alla luce per essere analizzata ora più che mai.

    Come ha sottolineato Maurizio Arabia “grazie alla storia narrata nel libro possiamo prendere coscienza degli avvenimenti di quegli anni e dei valori che erano propri degli uomini del passato. Si può riflettere su aspetti fondamentali dell’esistenza umana come la fede e l’amore, in modo che queste vicende non siano appannaggio dei soli specialisti della materia ma possano essere compresi ed interiorizzati da tutti, riflettendo anche sui fatti che accadono oggi nel mondo.” E’ importante ricordare attraverso le testimonianze dei deportati, conoscere vittime e carnefici, perché grazie al loro racconto si comprende sì l’esistenza del male ma soprattutto il trionfo del bene che deve essere impresso nelle giovani coscienze critiche. Avere la forza e la capacità di ricordare è un esercizio morale che le nuove generazioni devono affinare e possono farlo proprio attraverso storie come quelle di Giovanni Grillo, che fanno rivivere il passato nel presente raccontando la storia che, da sempre, è maestra di vita.

    Antonio Moniaci

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