Primo maggio, un giorno per festeggiare in musica ricordando i valori

La riflessione del gruppo consiliare del Pd della Provincia in vista dell'appuntamento di domani al Parco della Biodiversità

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    “Per il secondo anno consecutivo l’Amministrazione Provinciale celebra il Primo Maggio, la festa del lavoro. Al Parco della Biodiversità, per come è stato annunciato, si realizzeranno una serie d’iniziative musicali di qualità. Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico alla Provincia sottolinea l’importanza della ricorrenza e richiama l’attenzione sui grandi valori che sorreggono il Primo Maggio”. E’ quanto si legge in una nota dei consiglieri provinciali del Pd Riccardo Bruno, Giuseppe Celi, Giovanni Costanzo, Sabatino Nicola Ventura e Davide Zicchinella.

    “Tanti anni fa l’Italia del dopo fascismo, dei lavoratori liberi e della costituzione democratica, si riconosceva nei valori storici e nuovi del giorno dei lavoratori. Oggi bisogna riaffermare le conquiste di emancipazione dei lavoratori. Ritorna infatti, carica di vecchi e nuovi significati ed urgenze “la questione sociale”, che soprattutto nel Mezzogiorno, è fondamentale risolvere e risulta strategica  per la rinascita di una parte importante del territorio nazionale. Scriveva la Presidente della Camera dei Deputati, Nilde Jotti, all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso in occasione del I° Maggio una nota ricca di approfondimenti e significati ancora oggi di straordinaria attualità; ne riportiamo una breve parte: “L’uomo e il suo lavoro divengono infatti, per lo sviluppo delle forze produttive, della scienza e della tecnica, elementi centrali e problematici dello stesso processo economico…” Sposiamo tale riflessione e la ripresentiamo per essere ragionata e attualizzata in questa fase storica così nuova e così difficile da governare, qual è la globalizzazione. Riteniamo imprescindibile che misura di ogni cosa resta l’uomo e che, pertanto, ogni scelta debba promuovere il diritto di cittadinanza per ogni essere umano – si legge ancora nella nota del gruppo consiliare del Pd alla Provincia -. La globalizzazione dovrà, pertanto,  essere un’opportunità di crescita anche attraverso l’utilizzo delle nuove straordinarie tecnologie che, poste al  servizio dell’uomo, sono occasione di nuovo e diffuso benessere. C’è la possibilità, distribuendo in modo equo ogni qualità conquistata, di  vivere meglio nella dignità che spetta a tutti. Sarà possibile conseguire tale risultato se la società globalizzata sarà capace di rilanciare ai livelli più alti il governo democratico dei popoli”.

    “Il Primo Maggio è uno dei simboli planetari delle lotte per le conquiste democratiche, che dovranno essere estese ai popoli oppressi e difese nei paesi, quale l’Italia, perché fondamentali per la normale prassi di  convivenza civile. Auguriamo ai lavoratori e ai tanti giovani calabresi privi di lavoro ogni bene, ma vogliamo invitarli ad un continuo impegno civile e politico a tutela dei loro interessi ed aspirazioni. Chiediamo ai giovani e ai cittadini tutti di non abbandonarsi al qualunquismo e all’incanto delle sirene demagogiche: le scorciatoie sono un pericoloso inganno – prosegue la nota -. Oggi sarà in Calabria il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in occasione della riapertura del Museo di Reggio, ma anche per presentare il “Patto per la Calabria”, una circostanza forse determinante per la rinascita della Regione; prendiamo l’impegno, come gruppo PD alla Provincia, di approfondire rapidamente, insieme al partito, i contenuti del patto. Proponiamo al Consiglio Provinciale e all’Assemblea dei Sindaci le iniziativi di merito, al fine di assicurare un contributo di pensiero e di attività per capitalizzare ogni opportunità che offre il Patto per il  territorio provinciale e dell’intera Calabria. Desideriamo concludere questa nota riportando un brevissimo stralcio di un editoriale di Sandro Pertini scritto a caldo subito dopo i fatti del I° Maggio 1947  e incentrato sulla strage di Portella della Ginestra: “I lavoratori  mirano a rendere la loro fatica d’ogni giorno più umana e a liberarla da quella servitù, che fanno del lavoro veramente una condanna, come vorrebbe l’antica leggenda, invece di un dovere. Un dovere, però, accettato nell’interesse della collettività e non già imposto per sorreggere il privilegio, l’ozio, l’egoismo altrui””.

     

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