Centro polivalente per i giovani ospite di un convegno a Verona

All'università veneta per un incontro sul tema “Connessioni Decoloniali. Pratiche che ricreano convivenza”

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    A oltre un anno e tre mesi dalla sua chiusura per ristrutturazione, il Centro Polivalente per i Giovani rimane comunque capace di destare l’attenzione di un pubblico attento e variegato. È accaduto nel contesto del Convegno Internazionale dell’Università di Verona – Dipartimento di Scienze Umane, dal titolo “Connessioni Decoloniali. Pratiche che ricreano convivenza”, che si è svolto nella città veneta dal 19 al 21 maggio. Una delle tre organizzatrici del convegno, la dott.ssa Mariateresa Muraca, catanzarese, ha fortemente voluto che l’esperienza educativa del Centro Polivalente per i giovani avesse risonanza nel confronto internazionale, insieme alle più diverse pratiche di costruzione di comunità, di condivisione dei saperi o di cura, tutte aventi come filo conduttore un’attenzione viva e peculiare al rispetto dell’alterità, una propensione al cambiamento, una visione globale dell’esistente seppure vissuta ed espressa in esperienze locali. Così è stato: la narrazione della particolare esperienza pedagogica e di animazione culturale che il Centro Calabrese di Solidarietà ha realizzato nella struttura di Via Fonata Vecchia dal 2007 fino allo scorso gennaio 2015, ha destato l’attenzione e la curiosità dei presenti, grazie alle proprie peculiarità e specificità. Il protagonismo positivo dei ragazzi, la destrutturazione delle gerarchie, la grande apertura al mondo di una realtà incarnata in una piccola provincia del sud, la capacità di generare altre idee, movimenti e iniziative, ma soprattutto la scommessa vincente di mettere al centro di ogni cosa l’educazione piuttosto che l’animazione o l’aggregazione: tutti questi temi hanno riscosso l’interesse e la curiosità di una comunità pedagogica e antropologica internazionale, rappresentata a Verona da docenti di diverse Università europee ed extraeuropee (Paesi Baschi, Losanna, Padova, Rio Grande in Brasile) e da diverse organizzazioni della cultura e del terzo settore (iI Centro di Documentazione Paulo Freire oltre a collettivi artistici, comunità filosofiche, laboratori di comunità, movimenti). “Vi verremo a trovare” è la frase che quasi tutti hanno rivolto verso questa nostra realtà cittadina. Tuttavia, questo moto di interesse internazionale deve, oggi, essere rimandato fino al giorno in cui le grandi porte di Via Fontana Vecchia saranno finalmente riaperte sulla nostra città e sul nostro mondo. Speriamo presto.

    foto archivio 

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