Legge Regionale 23: Abramo e Celestino hanno incontrato Naldoni

Il coordinatore osservatori regionali di Anci - Federsanità 

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    L’attuazione della Legge regionale numero 23, che prevede il trasferimento di fondi e competenze per le strutture socio-assistenziali a carico esclusivo dei Comuni, è stato il fulcro dell’incontro fra il sindaco Sergio Abramo e il coordinatore degli osservatori regionali per l’integrazione socio-sanitaria di Anci-Federsanità, Simone Naldoni, accompagnato dal commissario dell’Azienda ospedaliero-universitaria Mater Domini Antonio Belcastro. Alla riunione, tenutasi a Palazzo De Nobili, hanno partecipato anche il vicesindaco e assessore ai servizi sociali Gabriella Celestino e il presidente della commissione consiliare politiche sociali Rosario Lostumbo. Facendo il punto della situazione in vista dell’entrata in vigore della Legge, il primo cittadino e il rappresentante di Anci-Federsanità hanno condiviso alcune preoccupazioni relative all’applicazione della normativa stessa. “Per continuare a garantire in maniera corretta il funzionamento delle strutture socio-assistenziali dei territori – ha affermato Abramo –, i Comuni, che come nel caso di Catanzaro hanno una carenza di personale molto sensibile e non possono procedere a nuove assunzioni, devono essere messi nelle condizioni, da parte della Regione, di attivarsi per tempo e studiare le soluzioni più adatte, dal punto di vista delle risorse umane e sotto il profilo economico, alla transizione delle competenze e dei fondi”. Nel corso dell’incontro è stata condivisa l’opportunità di chiedere alla Regione un congruo rinvio dell’attuazione della Legge numero 23. Il sindaco ha aggiunto che chiederà formalmente alla Regione l’istituzione di un Tavolo di concertazione che potrebbe anche individuare proposte di legge a supporto dei Comuni, com’è già stato fatto in altre Regioni. “Queste misure – ha detto Abramo – consentirebbero ai Comuni, finora mai coinvolti in questo processo, di studiare, insieme ad Anci-Federsanità e alla Regione, le soluzioni migliori per non penalizzare realtà come le strutture socio-assistenziali, che svolgono un ruolo fondamentale nei vari ambiti territoriali e che hanno un elevato impatto sociale”.

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