Don Mimmo Battaglia vescovo, Capellupo: proseguirai il tuo cammino

Un ringraziamento pieno d'amore da parte del direttivo, degli operatori e dei ragazzi del Centro calabrese di solidarietà 

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    RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA NOTA DI FILIPPO CAPELLUPO DEL DIRETTIVO DEL CENTRO CALABRESE DI SOLIDARIETA’ 

    Ci sono momenti nella vita in cui vieni preso da un tale tumulto di sentimenti, che non riesci a capire quale sia quello dominante. E dunque ti chiedi :“sono contento o non lo sono”?  Razionalmente direi proprio di si, vedendo realizzare un sogno bellissimo in una Chiesa fantasticamente guidata da Francesco, e nonostante i tempi che hanno portato questa nostra società a commercializzare anche i sentimenti. Ma andiamo con ordine. Tutto comincia 25 anni fa. Ai tempi ero assessore alle politiche giovanili e servizi sociali del Comune di Catanzaro. In quegli anni il Centro di Solidarietà perde Padre Paolo, trasferito lontano e, per qualche tempo, lavoro con Suor Amalia cercando di tenere in piedi una struttura che già allora riceveva le richieste di numerosi giovani che volevano riuscire a cambiare la propria vita. Il Vescovo di allora, Monsignor Cantisani, ha in mente di affidare l’incarico ad un giovane prete, don Mimmo. E’ il  figlio di “Don Peppino” Battaglia, come lo chiamavamo affettuosamente noi colleghi nelle poste, capo degli uscieri ,dotato di un’autorevolezza paragonabile a quella di un colonnello dei carabinieri, e della signora Maria, donna sensibile e gentile. Proviene da un paese, Satriano, che lo ha visto crescere come ragazzo serio, Prete, ed anche, permettetemi di dire, calciatore talentuoso e velocissimo.  La sua idea di “servire” significava andare in Africa, dove il bisogno è  più forte, e così ci vollero gli sforzi di tutti, me compreso, per avere il suo si ed iniziare un percorso con dei ragazzi, che quanto ad importanza di problematiche , non erano secondi a nessuno. Nel corso degli anni, tutte le volte che mi chiamava e correvo da lui, nel corso del tragitto mi ponevo sempre la solita domanda:  “vorrà parlarmi di un suo problema, ci sarà una volta in cui lo farà?”. No, tutte le volte bisognava cercare di risolvere i problemi degli altri, a volte casi serissimi, come quando scoprimmo tanta violenza all’interno di una famiglia, che mi lasciò il segno nel cuore, ma per cui Don Mimmo seppe trovare la soluzione più saggia. In questi anni i ragazzi che hanno vissuto insieme a lui nel centro di solidarietà, ma anche tutti quelli che lo hanno conosciuto fuori dal contesto delle strutture dove ha svolto la funzione di presidente nazionale della Federazione Italiana comunità terapeutiche, lo hanno apprezzato e seguito nei suoi discorsi semplici e mai banali. Un compendio di vangelo e vita comune, espressi con amore e fermezza, con tono pacato e senza mai alzare la voce.  Ad esempio, in una manifestazione con circa 400 giovani, tenutasi all’istituto agrario di Catanzaro, si erano susseguiti diversi relatori e l’attenzione cominciava a calare. Intervenne Don Mimmo, rivolgendosi alla platea come se parlasse ad ognuno personalmente, e per circa 45 minuti in tutta la piazza non vi fu un solo giovane che non lo ascoltasse.  La messa della notte di Natale, o anche le altre durante l’anno,  ci hanno sempre ricaricato come una corrente ad alta tensione, ed ogni volta che l’affetto dei ragazzi si faceva sentire più forte, noi del direttivo gli ripetevamo sempre “Don Mimmo ti faranno Vescovo”, cui puntualmente seguiva il suo “non lo sarò mai”. Beh, Don Mimmo ora siamo agli sgoccioli del lavoro comune, ed  assieme a tutti i ragazzi, al Direttivo ed agli operatori, ci tengo a fare un ringraziamento sincero e fortissimo a chi ti permetterà di proseguire in modo ancora più incisivo il cammino intrapreso, Monsignor Bertolone, l’emerito Cantisani  e, certamente, Sua Santità Papa Francesco. Ma permettimi pure di dire che, per quanto sia stata forte la tua presenza tra noi , e significativi i tuoi momenti di vicinanza, è altrettanto pesante il pensiero di saperti lontano in futuro. Sono convinto che porterai nel cuore tutti ed  ognuno di noi singolarmente e tu sarai per sempre nel nostro, con tutto il bene e l’amore che ci hai insegnato. 

     

     

     

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