Ranieri è cittadino onorario: tra affetto, ricordi, commozione e…dilliding dillidong (CON VIDEO) foto

Un tuffo nel passato e un auspicio per il futuro nella seduta del consiglio comunale che ha conferito la cittadinanza onoraria al tecnico del Leicester campione di Inghilterra LE FOTO CLICCA QUI PER RIVEDERE LA NOSTRA TRASMISSIONE

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    Stavolta nessuna astensione strategica, o numero legale venuto a mancare in extremis, e non c’è nemmeno necessità di seconda convocazione. La delibera con cui a Claudio Ranieri viene conferita la cittadinanza onoraria, ovviamente approvata all’unanimità, è simbolica di quanto una città intera che abbia votato a centrodestra, centrosinistra, o a latere si senta profondamente legata a un uomo che se non è figlio di questa terra poco ci manca. E fa bene il sindaco Abramo a sottolinearlo nel corso del suo lungo intervento durante quella che comunque, è bene ricordarlo, è una seduta del consiglio comunale: “Non saremo noi la sua Roma, – dice rivolgendosi al tecnico neo campione della Premier- non saremo  il suo quartiere Testaccio, questa onorificenza non sarà come altre che ha ricevuto ma sappiamo che l’apprezzerà”. E la apprezza eccome il trainer Ranieri che riceve molto di più di una “semplice” cittadinanza onoraria da questo pomeriggio catanzarese 

    Riceve l’affetto di chi lo accoglie nei pressi del Politeama al suo arrivo a Catanzaro, centinaia di tifosi che inneggiano a lui, lo chiamano e lo incitano, ma che,esponendo gli striscioni di protesta all’indirizzo delle Istituzioni per il protrarsi dei lavori dello stadio quasi quasi sperano irrazionalmente  che da buon capitano possa intercedere chissà con chi. E “Capitano mio capitano” è anche scritto sulle bandierine delle centinaia di bambini, iscritti a diverse scuole calcio che salutano Sir Claudio all’ingresso di Palazzo De Nobili. Poi il colloquio con il sindaco e con i consiglieri comunali precede la parte ufficiale della cerimonia, una seduta del civico consesso in piena regola introdotta eccezionalmente anche dal God Save the Queen  inno britannico in omaggio del Re della Premier League oltre che dell’Inno di Mameli. Quindi gli interventi istituzionali con il presidente del consiglio Ivan Cardamone che definisce Ranieri “una figura romantica che sa emozionare ancora” e ricorda come il Catanzaro di allora “non sia scomparso ma sia presente nello spirito di un gruppo che è unito come se avesse giocato fino all’altro giorno”.

     

     “L’impresa sportiva di Ranieri – sottolinea ancora Cardamone – dimostra che nulla è impossibile”. Il primo cittadino rammenta come in più occasioni Ranieri abbia paragonato il suo Leicester e quella squadra di amici in giallorosso e sulla stessa falsariga di Cardamone ha ricordato come Ranieri abbia dimostrato, oggi come 40 anni fa insieme ai compagni di squadra di quel Catanzaro, che si vince e si sorprende “se si è uniti”. Ranieri in platea accanto alla moglie Rosanna, catanzarese che conobbe e sposò proprio in quegli anni, ascolta con attenzione, trattiene le lacrime ma è visibilmente emozionato.

    Si ricompone quando sale sullo scranno più alto della sala rossa per il suo breve intervento a conferimento avvenuto e pronuncia poche parole. Si limita a ringraziare e salutare. In fondo lui un po’ catanzarese si è sempre sentito e ammette  candidamente con il sorriso che durante l’intervento del sindaco ha pensato: “ Da oggi cittadino? Perché? Non ero già catanzarese?” Poi dona una maglietta del suo Leicester, di quelle che alcuni ragazzi indossano in quel momento fuori dal municipio, e la nuova seconda casacca del team inglese campione di Inghilterra, di un rosso molto familiare ai tifosi del Catanzaro anche se una sfumatura gialla ….sarebbe stata loro più gradita. Per finire Ranieri rimette in scena il tormentone della sua trionfale stagione, il suono del campanellino diventato virale, quel wake up “sveglia” rivolto ai suoi giocatori che ha più volte citato in conferenza stampa. Il dilli ding dilli dong catanzarese lo offre ai presenti dopo essersi appropriato per qualche secondo del campanellino del presidente Cardamone.

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    Quindi spazio agli altri, ai colleghi di Ranieri nella squadra che ottenne la serie A nel 76 esattamente 40 anni fa. Uno per uno vengono premiati tutti: Adriano Banelli, Fausto Silipo, Massimo Palanca, Alberto Arbitrio, Paolo Braca, Gianni Improta, Ubaldo Novembre, Roberto Papa,  il mitico massaggiatore Masino Amato, i medici Geppino Martino e Bruno Pane, il dirigente Mario Guarnieri, Ma anche Tato Sabadini, che di quel Catanzaro  non faceva parte ma arrivò pochi anni dopo anch’egli compagno di squadra di Sir Antonio per diversi anni. Presenti anche Emilio Barone, Franco Cittadino, Albino Barbuto, Dino Bigagnoli. E alla fine prima che il sipario si abbassi il dono carico di speranza di un maglia del Catanzaro di oggi al capitano di quello di ieri. Giuseppe e Gessica Cosentino consegnano a Ranieri la casacca con il numero 3 sulla spalle e la dicitura Gicos sul petto. Un auspicio per un futuro che somigli il più possibile al passato. 

    Roberto Tolomeo

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