Una nuova sala accogliente per i colloqui tra bimbi e genitori nella casa circondariale (CON VIDEO)

Iniziativa promossa dall'associazione Consolidal. Le pareti affrescate dai detenuti 

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    Una sala soggiorno, le cui pareti sono state affrescate dai detenuti, per rendere più accoglienti e sereni i colloqui tra bambini e genitori nella casa circondariale. E’ questa l’opera promossa e realizzata dall’associazione Consolidal Catanzaro, presieduta da Teresa Gualtieri, con la collaborazione della direttrice del carcere, Angela Paravati, che ieri hanno proceduto al “taglio del nastro” del nuovo spazio. Un’iniziativa che si inserisce nel percorso volto a favorire l’umanizzazione delle pene e a costruire le basi per l’effettivo reinserimento sociale al termine del periodo detentivo. “Trascorrere il tempo dell’incontro con i parenti in serenità e recuperare il proprio ruolo di padre – ha commentato Teresa Gualtieri – può rappresentare un momento significato per le relazioni affettive e familiari abbassando il rischio di recidiva”. Sulla scorta di questo obiettivo, all’inaugurazione della sala hanno offerto il proprio contributo anche il vicepresidente della Regione, Antonio Viscomi, l’assessore allo Sviluppo economico, Lavoro, Formazione e Politiche Sociali della Regione Calabria, Federica Roccisano, il pedagogista prof. Nicola Siciliani De Cumis, oltre che il presidente nazionale Consolidal, Rosario Chiriano, il vicepresidente nazionale, Antonio Nania, e il segretario nazionale, Luigi Bulotta. Dal comune pensiero espresso da tutti gli intervenuti è emersa l’importanza di un’iniziativa che contribuirà a creare uno spazio familiare anche all’interno di un luogo di reclusione, riducendo i rischi di possibili traumi per i più piccoli all’ingresso nell’istituto penitenziario e tutelando il diritto ad una loro crescita che sia il più possibile serena nel contatto con il padre. Un esempio di sinergia tra pubblico e privato a sostegno delle attività della casa circondariale volte – ha detto la direttrice Paravati – “ad agevolare l’umanità dei rapporti anche durante il difficile momento dell’incontro familiare e del distacco”. Un concetto ribadito anche dal vicepresidente della Regione Viscomi nel sottolineare che “nella casa circondariale c’è una comunità di persone e come comunità deve essere considerata e aiutata nella sua funzione di rieducazione. “Il carcere non è solo detenzione – ha concluso l’assessore Roccisano – ma anche un percorso di rieducazione, arricchito dall’apprendimento dei mestieri, ed in cui è necessario creare le basi per un ambiente più sereno e accogliente” .

    d.i.  

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