Madonna di Porto Salvo, perchè il quartiere marinaro le è devoto

Tra una settimana i festeggiamenti

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    Il quartiere marinaro si prepara alla festa della Madonna a mare, come viene comunemente conosciuta, in programma domenica prossima. E già sui social e nelle pagine dedicate, iniziano a circolare i racconti, le storie legate a questa devozione. Si legge infatti che la Madonna di Porto Salvo è venerata in una chiesa situata nel cuore del quartiere marinaro di Catanzaro. La sua festa viene celebrata l’ultima domenica di luglio, preceduta da un solenne novenario. Caratteristica e suggestiva è la processione a mare che vede una grande partecipazione di natanti. Il 4 luglio 1987, l’immagine della Madonna è stata interamente rinnovata e rivestita con preziosi indumenti, offerti dalla generosità di tutti i devoti. Le corone poste sul capo della Madonna e di Gesù Bambino portano la scritta: “Dono a devozione di D/a Elisa Marincola 1862”. I festeggiamenti civili, invece, si caratterizzano per l’allestimento di una grande fiera, spettacoli musicali, e fuochi pirotecnici. La Madonna di Porto Salvo è venerata nella Marina di Catanzaro con sincera devozione, specialmente dai pescatori, un tempo assai numerosi nella zona, e delle loro famiglie. Molti sono gli attestati di grazie che la Vergine Santissima ha elargito ai lavoratori del mare ed a tutto il popolo di Catanzaro. Sono degni di menzione due episodi veramente straordinari. Il 3 settembre 1966 due cuginetti, Roberto e Alessio, partono su di un canotto dal lido di Copanello prendendo il largo e per tutta la notte vagano in alto mare in balia delle onde. Vengono mobilitate tutte le Forze marittime militari, che malgrado tutti gli sforzi non avvistano il canotto. I ragazzi pregano la Madonna ed al mattino giungono sani e salvi sul lido: la Madonna li aveva esauditi e salvati. Ultima in ordine di tempo, la tromba d’aria che si è abbattuta su Catanzaro Lido la sera del 29 ottobre 1979, causando danni alle abitazioni, ma senza aver leso minimamente gli abitanti della zona.

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