Aggredisce figlia armato di coltello: in manette 45enne del quartiere Lido

Da anni violenze psicologiche alle figlie (una disabile) e alla moglie. Nessun segno di pentimento dopo l'arresto, seguito a una colluttazione con le Forze dell'Ordine

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    di Antonio Capria

    Sono le dieci del mattino quando nel quartiere lido si sentono le urla di una ragazza in strada, aggredita da un uomo armato di coltello. I passanti e i vicini di casa la difendono e danno l’allarme, l’uomo si allontana, la ragazza resta a terra in lacrime, addosso ha il sangue causato da graffi ed escoriazioni. Gli angeli che arrivano a proteggerla sono i poliziotti della Squadra Volanti che soccorrono la ragazza insieme ai sanitari del 118, la confortano, le danno ascolto, conquistano la sua fiducia e così riescono a svelare una storia di violenze fisiche e psicologiche consumata per anni nel quartiere marinaro di Catanzaro. La storia di un padre padrone che non risparmiava continue violenze e maltrattamenti nei confronti di sua moglie e delle sue due figlie appena ventenni e che le teneva completamente soggiogate. Nessuna pietà, neppure per quella sua figlia malata di Sla e costretta sulla sedia a rotelle. Anche lei sarebbe vittima di vessazioni, di maltrattamenti, di cattiverie immotivate. Persino l’umiliazione delle rotelle della carrozzina smontate per non consentirle di muoversi per casa. Qualunque motivo, anche il più futile, era l’occasione per scatenare la violenza dell’uomo. Un letto rifatto con ritardo e giù con le botte. I poliziotti delle Volanti, diretti dal dott. Gianluigi Crusco, hanno ascoltato l’agghiacciante racconto delle donne. Una storia di continue violenze fisiche e psicologiche che alla fine riempirà pagine e pagine di verbali.  Intanto sono andati alla ricerca dell’uomo, e lo hanno individuato nelle vicinanze di quella casa di via Palermo in cui per anni tre donne hanno vissuto nel silenzio e nel terrore. I poliziotti provano a ragionarci, gli chiedono conto dei suoi comportamenti. Nella sua risposta non c’è traccia di pentimento, piuttosto una nuova minaccia: se chiamano ancora la polizia le faccio trovare morte. Per gli agenti è il momento di intervenire e fermare l’uomo, che reagisce difendendosi con calci e pugni.  Al termine della colluttazione, il 45enne viene arrestato per maltrattamenti in famiglia e resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale. Il fascicolo è passato al pm di turno Paolo Petrolo, domani il processo per direttissima.

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