Uesse: ‘Siate il Catanzaro, siate catanzaresi. Facciamo il derby di Calabria’

Cuore e rispetto della maglia. Domani penseremo al resto

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    di Gianluigi Mardente 

    Andiamo a giocare il derby. Il derby di Calabria. Quello che Catanzaro non vuole e non può perdere. Andiamo a fare il derby. Domani come negli ultimi 50 anni di storia. Senza se e senza ma. Sappiamo benissimo che è un momento in cui all’Uesse ci credono in pochi. Non certo al suo simbolo, sicuramente alla società che oggi ne ha la corona. Perchè di corona si tratta, del resto stiamo parlando semplicemente della “Regina del sud”. Onestamente, chi porta oggi la corona, poco importa. C’è chi dice che questo derby va fatto “per l’onore dei nostri padri”. Altri per la maglia. Altri per la rivalità. Altri ancora perchè la fede e l’amore non conoscono ragione e perdonano ogni tradimento e ferita. La realtà? La realtà è che dentro abbiamo tutto questo messo insieme. Catanzaro è il Catanzaro: la storia, la fede, la passione, l’amore. Quindi: squadra morta, ferita o in coma profondo, questo derby dobbiamo andarlo a giocare come abbiamo giocato tutti gli altri. Con il cuore. Di tutto il resto parleremo domani pomeriggio alle ore 19. Adesso, facciamo questo derby. Punto e basta. Perchè sentirete dire (da pochi) che non è la partita della vita e che non conta nulla, significa fare come gli struzzi: testa sotto la sabbia. Inutile nasconderci: il derby vale mezza stagione. E anche se razionalmente tutto questo non ha senso, emotivamente è così. E allora ogni tanto, anzichè pensare a quello che dovrebbe essere giusto, devi pensare a quello che realmente è. Benissimo: la verità vuole che qui, a Catanzaro, nessuno vuole perdere il derby. Le dietrologie, presunte o reali, su acquirenti sulla società e allenatori (o pseudo tali) pronti a subentrare a Spader dopo eventuale sconfitta di domani non vengano prese in considerazione. Non sul campo. Non con il pallone tra i piedi. Non con 5mila tifosi sugli spalti che, ancora una volta, si mettono alle spalle le chiacchiere da bar e le discutibili decisioni societarie e timbrano il biglietto al nuovissimo (scusate l’ironia) stadio Ceravolo, dotato ormai anche di spogliatoi di approssimativa bellezza. E sia chiaro, una volta per tutte, che qui nessuno ha l’anello al naso e di quanto accaduto in appena un mese di stagione (tra l’altro con sole due gare ufficiali all’attivo) si è discusso poco sui media perchè il calendario ha regalato un esordio che Catanzaro e i catanzaresi non vogliono sbagliare. Altrimenti, con molta onestà intellettuale e rispetto, avremmo alzato il ditino e posto una domanda: ma, esattamente, cosa state facendo? Ve lo chiederemo in seguito, state tranquilli. Non adesso. Non questo sabato in vista di questa domenica. E se oggi, scriviamo tutto questo, è perchè in passato altri allenatori e altri Ds di questa società hanno pensato che farsi umiliare in casa dal Cosenza – anche se in Coppa Italia – poteva essere quasi simpatico. Nossignore. Quindi se qualcuno o qualcosa oggi potrebbe pensare che una sconfitta alla prima di campionato possa essere “salutare”…sappia che non è così. Non è così. Non è così. Una volta per tutte, prima del derby da fare, va urlata una verità: Catanzaro e i catanzaresi danno il cuore e non tradiscono mai se sentono di essere amati. Ma Catanzaro e i catanzaresi fanno parole (tante) , polemiche e diventano distruttivi quando percepiscono che qualcuno potrebbe mancargli di rispetto. Catanzaro e i suoi tifosi, statene certi, faranno sempre il tifo per una società e una squadra che lavora e gioca con rispetto e cuore. Cari giocatori, caro mister, cara società: Catanzaro non vi può chiedere di vincere a tutti i costi. Perchè il calcio ha le sue regole e il pallone è rotondo. Ma Catanzaro saprà cogliere il vostro atteggiamento, il vostro attaccamento, la vostra fame. E allora fate il derby da catanzaresi veri. Anche voi, come noi. Si, domani siate catanzaresi. Domani siate il Catanzaro. Siate onorati di avere una popolazione e una città attaccata ai vostri piedi e innamorata del simbolo che portate sul petto. Fatelo con rispetto di quella maglia e con la consapevolezza che con questo atteggiamento nessuno vi volterà le spalle e riceverete applausi. Al di là del risultato. Fate il derby, per davvero. Facciamo il derby, come sempre. Perchè Catanzaro ci tiene terribilmente ed è giusto che sia così. E’ il bello del calcio: una rivalità sana e sportiva che da un calcio alla violenza. Colorato e pieno di sfottò: senza moralismi esasperati, ma consapevoli che la battaglia è solo in campo e dura 90 minuti. Catanzaro la vuole fare al meglio, con onore delle armi e per onore dei suoi padri. Facciamo il derby di Calabria…che, piaccia o no, per i catanzarese è ancora giallorossa.

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