Da un lato le esigenze degli utenti, dall’altra i numeri, in mezzo una sanità a rilento

La segnalazione di un lettore, le ragioni dei responsabili del 118 e tanti nodi ancora da sciogliere

Più informazioni su


    Da un lato le esigenze degli utenti che chiedono, in maniera legittima, di vedere soddisfatte le loro esigenze, soprattutto quando dimezzo c’è la salute. Dall’altro i numeri, troppo freddi e ragioneristici in alcuni casi. In mezzo la sanità, in particolare quella catanzarese, che, secondo gli utenti soffre di laconiche carenze, per lo più logistiche e strutturali, ma che, numeri alla mano, risponde perfettamente ai criteri numerici nazionali e regionali.

    Marcello Lavecchia, riporta un caso accaduto oggi. I fedeli presenti ad una funzione religiosa, hanno chiamato il 118 per garantire soccorso ad una persona che accusava un malore. Secondo Marcello Lavecchia, la risposta sarebbe stata un’impossibilità dei mezzi di soccorso di arrivare per mancanza di disponibilità. Secondo quanto riferito dai responsabili del 118, l’interlocutore degli operatori sarebbe stato un medico, il quale consigliava il trasporto in ospedale, ma l’uomo avrebbe rifiutato e in ogni caso l’ambulanza disponibile era nel quartiere marinaro, sarebbe stato necessario attendere giusto il tempo di arrivare, ma l’uomo che aveva accusato il malore ha detto chiaramente di voler andare a casa.

    Le ambulanze disponibili per tutta la Provincia di Catanzaro sono 14, il piano Ages ne prevederebbe 11.

    Da qui, il secondo punto sottolineato da Lavecchia, per uno che rifiuta il Pronto soccorso, sono in tanti a rivolgersi al nosocomio cittadino che resta intasato per ore.

    Lavecchia poi segnala ancora “E che dire poi se hai bisogno di prenotare un esame diagnostico? La settimana passata ho telefonato al numero prenotazioni dell’ASP per un colonscopia e mi è stato detto che la prima data utile è a giugno 2017”.

    “Eravamo una Regione povera,  – conclude Marcello Lavecchia -ora siamo una Regione misera, dove i servizi minimi indispensabili non vengono nemmeno assicurati e solo chi ha la possibilità economica può curarsi dignitosamente.

    Eppure i cittadini, ovviamente quelli onesti che pagano le tasse, diamo una buona fetta del nostro reddito per mantenere uno Stato che dovrebbe dare a tutti, in qualsiasi Regione, la possibilità di fruire dei servizi necessari.

    Una domanda a questo punto sorge spontanea: ma dopo aver foraggiato la politica, dopo aver elargito stipendi d’oro a burocrati, amministratori e dirigenti, dopo avere pagato bonus e incentivi (legati a quali risultati? molte trasmissioni televisive insegnano), dopo avere pagato la miriade di personaggi che vivono intorno ai fondi pubblici, possibile che non resta niente per assicurare qualche servizio migliore ai cittadini?”

    Più informazioni su