Non perdere la memoria per non perdere se stessi

Iniziativa a favore delle persone con disturbi cognitivi 

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    “Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l’animo può superare molte sofferenze”. E’ questa la frase di William Shakespeare scelta come incipit del nuovo progetto“Il porto della memoria”, che coinvolgerà persone con disturbi cognitivi, i loro familiari e gli operatori che si affiancheranno a loro. Una frase, che non ha bisogno di spiegazioni, perchè arriva dritta agli scopi e agli obiettivi di un progetto che può essere definito proprio come un cammino condiviso attraverso le interazioni di tutti i soggetti coinvolti, con la peculiare caratteristica di essere aperto e senza una “ricetta” precostituita, per meglio adattarsi alle esigenze che si verranno a creare nel corso del tempo. Presentato questa mattina alla stampa, nel quartiere Lido di Catanzaro, presso il “Valentino Beach Club”, che ospiterà il progetto all’interno della sua struttura, la, “Il porto della memoria” rientra nella serie di iniziative programmate in occasione della Settimana Mondiale dell’Alzheimer  (19 -25 settembre) e rappresenta un importante strumento di aiuto per le persone che verranno coinvolte, con la creazione di un ambiente dove la memoria sarà il filo conduttore per rallentare o impedire la destrutturazione cognitiva correlata alla malattia. A delineare il progetto sono intervenuti Maurizio Rocca, Direttore del Distretto Sociosanitario di Catanzaro Lido – Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, Pietro Gareri, Responsabile del Centro per i Disturbi Cognitivi del Distretto Sociosanitario di Catanzaro Lido, Fabio Corigliano, Presidente della Cooperativa Sociale Zarapoti, Franco Caccia, Sociologo del Distretto Sociosanitario di Catanzaro Lido e la professoressa Rosalba Rizza in qualità di caregiver. “Questa iniziativa, nel contesto territoriale catanzarese, è senz’altro innovativa – ha sottolineato il direttore  Rocca – per realizzarla abbiamo unito l’esperienza del Distretto Sociosanitario del quartiere Lido in tema di assistenza ai pazienti con disturbi cognitivi a quella della Cooperativa Zarapoti che gestisce il “Valentino Beach Club”, per creare insieme uno spazio di incontro tra operatori, persone affette da disturbi cognitivi e i loro familiari – ha proseguito –  il luogo che vogliamo creare non vuole essere un luogo di contenimento sociale ma un luogo di incontro, di scambio di esperienze, di recupero di abilità delle persone che hanno tali disturbi”. La creazione di uno spazio dedicato agli incontri è dunque l’humus fondamentale attraverso cui raggiungere gli obiettivi progettuali che puntano al miglioramento qualitativo della vita delle persone coinvolte e delle famiglie in cui vivono e ad attivare percorsi riabilitativi che pongano al centro la persona, senza sradicarla dal proprio contesto di vita. Un ruolo fondamentale all’interno degli incontri verrà ricoperto dai cargivers familiari che assistono le persone con deficit cognitivi, e proprio per questo il progetto punta alla valorizzazione del loro ruolo attraverso azioni in grado di aprire questo spazio alla comunità intera. “Il ruolo del cargiver è un ruolo complesso perché implica il susseguirsi di diverse sensazioni, emozioni e difficoltà che noi affrontiamo quotidianamente – ha detto la professoressa Rizza – attraverso questo progetto speriamo di poter trarre aiuto e formazione”. Il ruolo della famiglia si unirà quindi a quello degli operatori per assistere al meglio le persone affette da disturbi cognitivi, per contrastare l’isolamento grazie alla costituzione di gruppi di auto – mutuo aiuto, ad attività riabilitative e a momenti di socializzazione e sensibilizzazione, attraverso cui trovare forza e sostegno per superare tutte le difficoltà che ogni giorno devono necessariamente essere affrontate.

    Maria Teresa Rotundo

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