Parentela scrive al Sindaco sul servizio di ristorazione scolastica

Il Sindaco riveda le modalità di partecipazione economica al servizio di ristorazione scolastica per i genitori dei bambini frequentanti le scuole dell’infanzia e la scuola primaria

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    «Il Sindaco Sergio Abramo riveda le modalità di partecipazione economica al servizio di ristorazione scolastica per i genitori dei bambini frequentanti le scuole dell’infanzia e la scuola primaria». È quanto afferma il deputato M5s Paolo Parentela, che aggiunge: «Attualmente l’amministrazione comunale ha previsto l’esenzione dal pagamento per i buoni mensa soltanto per le famiglie con in reddito ISEE inferiore ai 1500 euro. Tutti quelli che producono un reddito maggiore a tale soglia sono letteralmente condannati a pagare la somma di 58 euro per ogni blocchetto, contenente 20 buoni pasto. Io ed il Meetup Catanzaro, siamo stati contattati da un gruppo di genitori che ci hanno chiesto un intervento in tal senso. La proposta di maggiore buon senso ci pare quella della creazione di una fascia di reddito intermedia che possa essere aiutata dal Comune (o dalle famiglie più abbienti) ed a cui possa essere destinato il pagamento di una somma inferiore rispetto agli attuali 58 euro». Il Cinque Stelle continua: «Ho quindi scritto una lettera, sottoscritta da 24 coppie di genitori, per trasmettere al Sindaco la proposta. Stiamo parlando di famiglie che hanno un reddito ISEE tra i 1.500 ed i 10.000, che quindi non navigano nell’oro ed a cui deve essere garantito il diritto all’istruzione per i propri figli. Non capisco come l’amministrazione comunale non ci abbia pensato prima, facendo in modo che ognuno possa concorrere al mantenimento del servizio a seconda delle proprie possibilità. Ovviamente i genitori non chiedono di essere esentati totalmente dal pagamento dei buoni pasto, ma di poter usufruire di un prezzo più accessibile per le loro risorse». «Sono convinto – conclude Parentela – che il Sindaco Abramo possa riuscire a rimediare a quello che a me sembra un grossolano errore. Le famiglie con reddito basso, che in città purtroppo non mancano, devono essere aiutate per poter garantire ai propri figli eguaglianza di trattamento rispetto alle famiglie più agiate. In casi come questo il buon senso dovrebbe guidare l’azione politica».

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