Dipendenti Tim sul piede di guerra: assemblee pubbliche e martedì sciopero generale

Oggi iniziative in tre piazze calabresi. DisdettI gli accordi integrativi aziendali a partire dall'1 febbraio 2017

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    Tim ha disdetto gli accordi integrativi aziendali a partire dall’1 febbraio 2017. Una disdetta unilaterale che comporterà oltre ad una riduzione di diritti, anche una pesante riduzione di salario per i lavoratori.

    Per questo motivo, nel pomeriggio di oggi, Cgil Slc, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni, le federazioni di categoria del settore, dopo aver svolto delle assemblee in tutti i luoghi di lavoro della Calabria, hanno indetto tre assemblee pubbliche in contemporanea a Catanzaro, Reggio e Cosenza per discutere della gravità della situazione e confrontarsi con i lavoratori anche in vista dello sciopero generale che si terrà martedì 13 dicembre.

    Due ore di dibattito, in cui è emersa una grande spinta a reagire a questa operazione aziendale volta al taglio dei costi, che impatterà pesantemente sugli stipendi dei circa 50mila lavoratori in Italia, circa 600 in Calabria. «Tim ha comunicato il proprio piano che passa dalla riorganizzazione del lavoro e produttività e la disdetta del contratto aziendale a partire dal 1 febbraio 2017. Delle scelte che porteranno riduzione di diritti e salario per circa 600 lavoratori calabresi. L’idea di Tim è volta mortificare professionalità acquisite da decenni di lavoro e, quindi, non fa altro che creare una inevitabile senso di disaffezione quando non proprio di totale non condivisione nei propri lavoratori». Queste sono le dichiarazioni di Andrea Barone della Slc Cgil Calabria, sostenuto dai colleghi delle altre organizzazioni sindacali.

    «La nostra lotta – ha affermato Andrea Ranieri di Uilcom – è contro l’attuale dirigenza Tim che per raggiungere obiettivi personali non esita a mettere in crisi la più importante azienda di telecomunicazioni del paese, con la disdetta del contratto aziendale, e, con proposte mortificanti per i lavoratori del gruppo, insieme a una totale assenza di qualsiasi prospettiva industriale, dimostrano la grave miopia dell’attuale management, il cui vero obiettivo è quello di effettuare un’operazione utile, tramite l’ennesimo taglio agli stipendi, a raggiungere risultati  personalizzati utili ad incassare bonus milionari»

    «Le manifestazioni e gli scioperi di questi giorni – ha continuato –  Francesco Vallone delegato Tim per l’Ugl Telecomunicazioni Calabria – sono la conseguenza di scelte scellerate di dirigenti che, per efficientamento e recuperi vari, credono che i propri dipendenti siano dei “limoni da spremere”. Non ci stiamo più a vedere dirigenti con premi esorbitanti e dipendenti che non hanno neanche la minima attrezzatura per lavorare. I lavoratori vogliono subito un piano di sviluppo aziendale mirato al rilancio per i diversi settori aziendali».

    Dopo l’assemblea, come già stato annunciato, le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro ai prefetti di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria per segnalare il grande disagio dei lavoratori e le possibili ripercussioni per la clientela in occasione dello sciopero nazionale di martedì 13 dicembre. 

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