Passafaro, Teatro Incanto: ‘Turuzzu e Luvicia’ per caso al Politeama, una ‘sfida’ che ha dato felicità’

L'attore: 'Nino Gemelli si è superato in questa storia natalizia, una perla di drammaturgia, un capolavoro minimalista' 

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    Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Francesco Passafaro del Teatro Incanto

    Non può che chiamarsi una botta di Fortuna quella che ci è capitata il 6 gennaio, quando avremmo dovuto realizzare uno spettacolo in Piazza Prefettura, a Catanzaro, ma per il freddo lo stesso spettacolo è stato spostato al Teatro Politeama.Dove? Nel più bel teatro di Catanzaro…ppè mo’! (Ogni riferimento al Cinema Teatro Comunale è da ritenersi fortemente voluto)

    Qual è stato il merito del Teatro Incanto? Farsi trovare pronto a realizzare la stessa commedia “Turuzzu e Luvicia” di Nino Gemelli in un luogo completamente diverso da quello in cui era stata programmata.Tutti gli attori, i tecnici, le truccatrici, gli allievi che sono venuti a sostenerci sono stati all’altezza della situazione e guardate che non è facile. Recitare al Politeama, che conta circa 1000 posti e un palcoscenico di 500 metri quadri è un’esperienza complicata; ogni movimento si perde all’interno di un palco così grande e gli spazi sono cosi dilatati che spesso a farne le spese è il ritmo di rappresentazione.

    Invece no. Il pubblico è rimasto in sospeso dall’inizio alla fine, anche perché la commedia è davvero un capolavoro minimalista.

    Nino Gemelli si è superato in questa storia natalizia, che narra le vicende di due anziani, Turuzzu e Luvicia appunto, che hanno appena creato la loro società per vendere “gaddhoffi e gugghjuteddhi”. Non semplici caldarroste o castagne bollite: gaddhoffi e gugghjutteddhi per noi catanzaresi sono il profumo del Natale. I due si devono evidentemente scontrare con i costi della gestione di un’impresa, con i primi acquisti fatti da Mastro Michele, con la burocrazia e le sue licenze, con la diffidenza che spesso parenti e amici hanno nei confronti di iniziative cosi particolari. All’ennesima lite Luvicia sbotta e decide di andare a ubriacarsi. Qui si capisce che, in effetti, tutta la società non è altro che un tentativo di Turuzzu di salvare il suo grande amico dalla solitudine e dall’alcolismo. Una perla di drammaturgia, incastonata in un atto unico che quest’anno ha allietato il Natale dei catanzaresi su corso Mazzini e poi tutta la platea di un Politeama gremito e desideroso di ascoltare BELLE storie catanzaresi. A patto che siano belle!

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