FdI – AN: ‘In sanità i manager devono essere Undercover boss’

Ma siamo davvero sicuri che la sanità, in particolare quella pubblica funzioni davvero?

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    “Ma siamo davvero sicuri che la sanità, in particolare quella pubblica funzioni davvero? Siamo altrettanto sicuri che chi governa i processi della sanità, territoriale o ospedaliera, sempre pubblica, abbiano contezza effettiva del livello di risposta offerto?

    Noi francamente non ne siamo sicuri, per una serie di evidenze, che stranamente – e qui c’è il dubbio – sfuggono all’attenzione dei vari direttori generali, che per inciso avrebbero dovuto apportare un criterio di managerialità nel governo della sanità calabrese.

    Ovviamente come in tutte le cose esistono eccezioni o isole felici, esistono direttori generali meno impoltroniti della massa, che con discrezione appaiono all’interno delle strutture ad osservare il funzionamento dei processi: uno di questi, per quanto ci è dato conoscere è il direttore generale dell’AO Mater Domini, il dott. Antonio Belcastro.

    Ma questa è una meteora, che conferma la regola, dei direttori generali che stazionano ampiamente sulle poltrone, facendo corredo al trittico delle bandiere istituzionali, poste, il più delle volte alle loro spalle.

    In questo quadro la sanità, soprattutto quella pubblica, si cappotta, mettendo in serio predicato criteri di funzionalità, di efficienza e di sostenibilità economica: serve un nuovo format, non televisivo, ma istituzionale di Undercover Boss, in italico boss in incognito!

    Ovviamente escludiamo dal cast la politica, che differentemente dalle figure citate, conosce lo stato dell’arte e, tace, per costruire un rapporto conflittuale artificioso ed artificiale con la struttura commissariale della sanità calabra.

    Su questa considerazione, paradossalmente, assumono valore di giustezza tanti decreti dei Commissari Scura e Urbani, decreti che poi mostrano il limite di funzionalità, quando si scontrano con le incrostazioni di sistema, radicate e moltiplicate da una politica pasticciona e da sindacati, che fanno poco sindacato e molte azioni personali, sempre in un silenzio tombale, dove il massimo del rumore è il grido del coniglio!

    Per converso quello che grida è il diritto dei calabresi ad essere curati e quindi appaiono giuste e tecnicamente puntuali, sulla base dei riscontri oggettivi, le preoccupazioni del Direttore Generale del Sant’Anna Hospital di Catanzaro Dr. Failla o dell’avvocato Paolini in rappresentanza dell’AIOP regionale, che restano un monito ed una sollecitazione alla struttura commissariale della sanità regionale, che forse, anzi certamente non conosce il grado di maldicenza ed inefficienza delle articolazioni pubbliche del sistema.

    Di certo si è giunti al limite e, certamente a pagare non può essere sempre la sanità privata, che comunque garantisce standard di efficienza, peraltro controllati, cercando di incidere in termini di migrazione sanitaria e di garanzia assistenziale anche e soprattutto territoriale.

    Tutto il resto sono chiacchere, che dilapidano montagne di denaro, dove magari ti prenotano oggi, una ecografia mammaria a Gennaio 2018 (?)…giusto per essere in linea con gli standard LEA”.

    Alfredo Serrao – Portavoce cittadino Catanzaro – FdI-AN

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