Comunali, Belcaro: ‘Catanzaro è una città che da troppo tempo ha smesso di sognarsi’

Intervista a tutto campo al noto libraio: “Vorrei che il mio sindaco venisse citato come esempio di rivoluzione possibile”

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    di Alessia Burdino

    “La cultura non salva la città ma può risultare un potentissimo elemento di rilancio”. Nunzio Belcaro, noto libraio della città, la pensa così. E declina questo concetto con un’analisi a 360 gradi.  Cambiavento, Pd, legislatura Abramo, cultura e futuro: tutto in un’intervista.

    Tra qualche mese la città sarà chiamata al voto. Lei ha già manifestato la sua idea e il suo sostegno a Cambiavento. Perché questa scelta?

    “Non ho mai sentito parlare del grado di felicità delle persone all’interno della nostra comunità. I sintomi del disagio si sono acuiti in questi cinque anni. Le persone convivono con la concreta percezione di una città più insicura, sempre meno a misura d’uomo e con periferie ghetto riscontrabili solo in grandi città e insolite per una città di provincia. L’esigenza di invertire il moto di rassegnazione appartiene davvero a migliaia di persone. L’entusiasmo che si è generato intorno al nostro movimento nasce da questa comune emozione. Io avverto un senso di responsabilità in quanto cittadino e credo che sia arrivato il momento di sentirsi coinvolti e responsabili nei confronti delle istanze che riguardano la collettività, sia nelle dinamiche che investono le persone che in quelle che investono gli spazi comuni. Questa città per troppo tempo ha delegato, magari tutelando interessi specifici, senza allargare lo sguardo ad un interesse più ampio. Catanzaro si è così contratta su se stessa, disperdendo identità, visione e proiezione futura. Cambiavento nasce proprio da questa urgenza colta da tutta quella “società civile” che in questi anni ha continuato a lavorare per il bene comune”.

    Il percorso intrapreso da Nicola Fiorita dà seguito al progetto di Salvatore Scalzo?

    “Cambiavento, come descritto prima, nasce da un gruppo di persone della società civile, quindi credo che già questo determini una differenza sostanziale. Viviamo tempi in cui bastano cinque anni per vedere la società mutare. La disaffezione alla partecipazione civile e al voto si è ulteriormente acuita. La storia che si sta costruendo è totalmente inedita. Certo è che si respira un clima di partecipazione e di entusiasmo affine ed è bello vedere intorno a noi molte delle anime e dei volti già presenti nel 2012 al fianco di Scalzo”.

    Il Pd e il centrosinistra avrebbe dovuto, secondo Lei, convergere sul nome di Fiorita?

    “E’ una domanda da rivolgere al Pd. Quello che le posso dire è che dopo il 4 febbraio abbiamo avuto modo di ascoltare molte delle voci che saranno protagoniste alle prossime elezioni. Ogni espressione associativa o politica che con noi condivide in termini sostanziali l’istanza di un cambio di passo immediato da compiere e l’urgenza di mettersi a studiare con le migliori forze che la nostra città esprime sul territorio e in giro per il mondo, è nostro naturale compagno di viaggio. A volte in una città di provincia può innescarsi un meraviglioso laboratorio di innovazione se sussiste la volontà di mettersi alla prova e a disposizione di un sogno collettivo”.

    Come giudica l’operato del sindaco Abramo.

    “Affannoso. Continui cambi di giunta non hanno dato la possibilità di offrire alla città quella continuità progettuale di cui necessitava. Catanzaro ha bisogno di pensarsi con più orgoglio e avere ambizioni diverse. Altre città di provincia del sud Italia lo hanno fatto ottenendo risultati importanti. E questo non si può fare se a sostegno dell’operato di un sindaco non c’è un progetto a lungo termine ma continue lotte intestine volte solo a segnare il proprio territorio di potere”.

    Qual è, secondo lei, l’identikit del sindaco “perfetto”?

    “La perfezione non appartiene alla natura umana e non penso che un individuo possa da solo assolvere alla complessità dei problemi che una comunità di quasi centomila abitanti può generare. Un ottimo sindaco è colui che è capace di attirare a se le migliori competenze e offrire loro gli strumenti necessari per poter operare. Inutile fare l’elenco di tutte quelle caratteristiche umane che un buon leader deve avere. Preferisco citarle un desiderio: vorrei essere orgoglioso del mio sindaco, saperlo considerato e partecipe del dibattito politico e culturale della nazione; siamo o non siamo un capoluogo di regione? Vorrei che il mio sindaco venisse citato come esempio di rivoluzione possibile e che divenisse il simbolo di un’intera città che ha ritrovato se stessa”.

    Può la cultura “salvare” la città?

    “La cultura non salva la città ma può risultare un potentissimo elemento di rilancio, soprattutto per ricostruire l’identità del centro storico restituendogli la sua vocazione naturale. Sulla cultura spesso si specula in termini di comunicazione e la politica dimostra un interesse finalizzato all’articolo di giornale. Catanzaro è ancora una città che legge poco e che non riesce ad allargare il pubblico di partecipanti agli eventi culturali che vengono proposti. Non possono i singoli operatori culturali assolvere a questo problema, serve una soluzione politica, una sensibilità ed un investimento concreto”.

    Se dovesse associare la campagna elettorale ad un libro, quale testo sceglierebbe?

    “E’ il caso che la campagna elettorale entri prima nel vivo e poi con piacere le risponderò”.

    E Cambiavento che libro è?

    “Cambiavento è “le città invisibili” di Italo Calvino. Restituire la dimensione del sogno e della sfida. Tutte le imprese degli uomini sono state prima sognate e poi realizzate. Catanzaro è una città che da troppo tempo ha smesso di sognarsi. E poi mi piacerebbe guardarla fra dieci anni e poter dire: “Ti ho vista che ridevi”, come il titolo del fortunato libro dei Lou Palanca”.

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