‘La Costituzione ha lo scopo di modellare il futuro’

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    A mente serena, ormai sollevati sull’immediatezza del fervore elettorale sul referendum del 4 dicembre scorso, credo che si possa fare una riflessione equilibrata su cosa debba essere una  Costituzione.

    Per fare un discorso serio sulle Costituzioni in generale, bisogna partire anzitutto da un dato di fatto, che è poi una componente fondamentale: la debolezza della natura umana. Perciò, la coscienza di tale debolezza impone la necessità di imbrigliare giuridicamente con forti limiti costituzionali, e ovviamente razionali, le scelte future, politiche e sociali, di fronte alle tentazioni irrazionali, a cui ogni persona corre il rischio di cedere.

    Ad esempio, bisogna riconoscere che in realtà il passaggio dai regimi totalitari del Novecento allo Stato costituzionale liberal-democratico si è fondato sull’ammissione della debolezza umana, talora incapace di creare e mantenere regimi democratici. Un filosofo austriaco (von Hayek) ha notato che, dopo che un milione di uomini si erano votati alla dipendenza assoluta da un tiranno, si è capito che la scelta di un governo non necessariamente garantisce la libertà.

    Un esempio illuminante, peraltro di grande fascino, è rappresentato dalla cosiddetta clausola di Ulisse – ampiamente trattata nella letteratura giuridica – che si riferisce al famoso episodio in cui l’eroe omerico si fa legare con forti corde all’albero della nave, per non cedere alle tentazioni delle Sirene. Tradotto per i giorni nostri, significa che, poiché a governare sono uomini, questi devono darsi dei limiti, cioè “corde” dalle quali il decisore politico non può sciogliersi.

    Il potere politico può cambiare nel tempo e quindi potrebbe non voler più ciò che prima voleva. È a questo punto, però, che le “corde” di Ulisse segnano il passaggio del comando dal potere soggettivo del Costituente al potere oggettivo, costituito da un complesso di regole, che impediscono nel futuro la mutevole volontà del decisore politico. In tal modo, alcune scelte di fondo dureranno nel tempo. L’Ulisse omerico ha stabilito la legge, ma è chiaro che non è più lui che comanda. Infatti, in quel famoso episodio, egli impose ai suoi compagni di legarlo ancor più saldamente, nel caso avesse anche urlato per essere sciolto. La tentazione delle Sirene fu infatti molto forte, ma le “corde” hanno funzionato: così doveva essere. E così dev’essere oggi: chi crea una Costituzione non deve poi avere esso stesso la possibilità di mutarne a suo piacimento i principi generali.

    Dunque, vero scopo di una Costituzione è proprio il tentativo di modellare il futuro, in modo da sottrarre, finché possibile, l’intera vita di una comunità all’arbitrio del decisore politico. Non ci può e non ci deve essere, dunque, un “signore” posto al di fuori della Costituzione. Non al tempo d’oggi, dopo le tragiche esperienze del Novecento.

    Vanni Clodomiro (Pd)

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