Le Best Practice per avviare una startup innovativa e competitiva

Ecco le agevolazioni fiscali previste e anche come fare business 

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    Aumenta il numero di startup innovative nel nostro Paese: stando alle ricerche condotte da BNP Paribas Cardif, il comparto delle giovani aziende votate alla tecnologia rappresenta una delle colonne portanti della nostra economia. A confermarlo, i numeri: secondo il consorzio, infatti, l’Italia ha sfiorato nel 2017 la quota di 6.300 startup. Merito di regioni come la Calabria, molto attiva per quanto concerne la nascita di nuove imprese giovanili, al punto da occupare da sola il 2,3% di questa crescita: attualmente sono circa 140 le startup nate nel 2016 in Calabria, con un aumento in termini percentuali del +21,4% rispetto all’anno precedente.

     

    Startup innovativa: definizione e vantaggi in Calabria

     

    La startup non è un’azienda qualunque: questa etichetta viene infatti applicata alle imprese avviate da pochi anni (massimo 60 mesi) ed in grado di sfruttare le nuove tecnologie per realizzare prodotti o servizi innovativi, che possano aggiungere qualcosa al mercato e andare incontro alle esigenze irrisolte dei cittadini. Una startup, dunque, possiede due caratteristiche portanti: è giovane, e sa come porre rimedio ad una serie di richieste delle persone sfruttando le evoluzioni in campo tecnologico. Aprire una startup in Calabria, poi, porta benefici innegabili: soprattutto per via delle tante agevolazioni fiscali previste a livello regionale e statale, oltre alla possibilità di creare un valore da zero, da monetizzare successivamente con una saggia exit strategy.

     

    Quanto contano le startup per l’economia italiana?

     

    Le startup rappresentano un tassello fondamentale per i diversi progetti di ripresa economica. Il motivo è dovuto al fatto che la collaborazione fra startup innovative porta alla crescita del Pil italiano, in quanto crea lavoro sul territorio e consente anche di aggredire mercati esteri altrimenti irraggiungibili per una singola giovane impresa. Eppure, il networking non risolve tutti i problemi dato che può anche portare delle conseguenze negative: ciò accade nel caso delle partnership e dell’ingresso di soci in azienda, che potrebbero anche non essere affidabili al 100%. Ma esiste un modo per evitare questo rischio, ovvero richiedere una visura della persona fisica online. A cosa serve questo strumento conoscitivo? Ad ottenere informazioni come la partecipazione e la presenza di eventuali quote di altre aziende, i trascorsi creditizi, ed eventuali cariche in altre imprese che potrebbero creare conflitto di interessi. Così da conoscere meglio il passato dei futuri soci e valutare se avviare o no la partnership.

     

    Startup made in Sud: ecco come fare business

     

    Fare impresa è una preziosa lezione, che può essere appresa dando uno sguardo alle startup meridionali che ce l’hanno fatta. Esempi come Mosaicoon – considerata a ragion veduta la Google italiana – sono espressione di virtù e di modernità: in questo caso riguardante il viral marketing e la produzione video. Altri due esempi molto positivi di business made in Sud sono la Niteko di Taranto e la catanese Flazio: la prima è una startup che si occupa di illuminazione ed energie rinnovabili, nota fra l’altro in tutta Europa, mentre la seconda ha creato un sistema rapido e semplicissimo per realizzare siti web in pochi minuti, senza possedere nessuna conoscenza informatica. Infine, ancora un esempio siciliano: la Orange Fiber, una startup al femminile che ha brevettato un tessuto in fibra di arancia per realizzare abiti eco-friendly.

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