Oltre duemila persone all’estremo saluto a Gregorio Vatrella (VIDEO)

Commozione e dolore ai funerali della seconda vittima dell'incidente in cui aveva perso la vita anche Umberto Fratto. La funzione conclusa da un triplice fischio

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    Il triplice fischio dell’arbitro segna la fine di una gara. Le squadre lasciano il campo ed entrano negli spogliatoi. Oggi , dopo il triplice fischio arbitrale, nel campo sportivo Grillone – Iiritano di Staletti, nessuna squadra è entrata negli spogliatoi, ma il capitano del Montepaone, che su quel campo si è formato,quando ancora forse non aveva un nome, è salito in cielo. Gregorio Vatrella, 25 anni, tanti sogni e una vita spezzata alla prima curva dopo la galleria Sansinato, imboccata per correre verso un aereo, lambire le nuvole, ma poi tornare giù. Così almeno sperava. Gregorio Vatrella oggi, è stato accompagnato ancora più su delle nuvole da circa 2000 persone, tra cui una delegazione del Catanzaro Calcio, arrivate a Staletti per dare l’ultimo saluto di questa vita al Capitano, per il quale è arrivato anche un messaggio di Papa Francesco. Un destino, quello di Gregorio, che in un assurdo gioco delle coincidenze si è legato a quello di Umberto Fratto, morto sul colpo nell’incidente del 19 aprile scorso. Dolori troppo grandi al punto che forse neanche un campo sportivo può contenerli e che le parole amorevoli del parroco di Staletti, don Roberto, cercano di lenire
     
    «Il mattino di Pasqua, alle donne che cercavano Gesù, l’Angelo disse: perché cercate tra i morti colui che è vivo , non è qui è Risorto. È risorto dai morti, voi non abbiate paura, non temete, Gesù è Risorto. 
    Anche io con l’Angelo del Signore, voglio dire a tutti voi, in modo particolare a mamma Raffaella, a papà Antonio, a Giuseppe, a Mariagrazia, Gregorio non è qui, il suo corpo è qui, Gregorio è vivo, la sua anima è viva, Gregorio Risorgerà. Coraggio, non temete, forza Gesù il Risorto, in questo momento di dura, dico dura prova, il Signore, il Vivente è con noi. Si, è con noi, non ci può lasciare soli. Manderà a mamma Raffaella e a papà Antonio, il suo Spirito, non di rassegnazione , no, ma di consolazione. Io oggi chiedo questo per voi, lo Spirito Consolatore, per tutta la famiglia di Gregorio. 
    Ci dia consolazione e forza il non saperci soli, nel portare il dolore per la morte del nostro caro Gregorio. È un momento difficile perché in questi giorni proprio dal giorno dell’incidente, siamo stati devastati da sentimenti e pensieri contrastanti, dalle inevitabili domande, dubbi. Da quel giorno, noi tutti ci siamo messi a pregare, e continueremo a farlo rimanendo uniti nella fede, lasciando fortificare proprio da quanto Gesù ha detto nel vangelo: Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio e abbiate fede in Me. Ed è questo il momento in cui la nostra fede bella e autentica deve farsi preghiera e non deve vacillare mai. La morte di Gregorio ci ha tolto il respiro è vero, tutti eravamo senza parole ma la fede non deve morire”. La partita di Gregorio è finita, ma continuerà a  segnare come un vero numero 10 tutte le volte che un sorriso attraverserà il volto di chi lo ha conosciuto. 
    G.z

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