Muore a 36 anni, sì alla donazione degli organi. Grande gesto da una famiglia di immigrati

Il giovane, di nazionalità rumena, era in cura al Pugliese Ciaccio a sua volta in attesa di trapianto. L'episodio reso noto da Scarmozzino dell'Aned

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    Grandissimo atto di solidarietà umana proveniente da famiglia di immigrati. Un paziente rumeno in dialisi, da anni residente in provincia di Catanzaro, è morto nella Rianimazione del Pugliese Ciaccio per una gravissima lesione cerebrale acuta a soli 36 anni. La famiglia ha saputo corrispondere alla volontà del familiare deceduto dando il consenso alla donazione salvando altre vite umane, Lo rende noto Pasquale Scarmozzino dell’Aned (Associazione che raccoglie emodializzati e trapiantati). Gli organi prelevati donati, grazie all’equipe di anestesia e rianimazione del Pugliese Ciaccio ed al coordinamento garantito per oltre 24 ore del Centro Regionale Trapianti diretto dal dottore Pellegrino Mancini, sono stati trapiantati a Padova e Roma. Nel 2017, sono così due le famiglie di cittadini stranieri che con la loro grande generosità hanno reso possibile il trapianto di tanti nostri pazienti in controtendenza rispetto alle opposizioni ricevute in Regione. Il giovane rumeno – si legge nella nota – era persona laboriosa, di grande e sincera umanità, rispettoso degli amici e degli operatori del centro dialisi che lo avevano in cura, Egli era in lista trapianto per ricevere rene e pancreas. Purtroppo la fortuna non lo ha per aiutato!. Ci ha pensato lui stesso ad aiutare altri. Lascia un grande vuoto tra i conoscenti e un ricordo incancellabile del suo perenne sorriso, pur colpito dalla gravissima malattia. L’amarezza di quanti lo hanno conosciuto è immensa anche a causa della persistente carenza delle donazioni in Regione , argomento ancora messo in discussione per la mancanza di informazione corretta, per la scarsa sensibilizzazione e per leggi poco divulgate. E’ grave che in questa nostra regione 6 centri di Anestesia e rianimazione non siano ancora attivi per raggiungere obiettivi salvavita per gli oltre 300 pazienti in lista trapianto, di cui 150 in dialisi nei 37 centri calabresi. Per i nostri pazienti è imperdonabile perché il trapianto è ormai cura consolidata per tantissime malattie della malattia e, per questo, nei casi di mancate disponibilità al prelievo a causa della disorganizzazione delle strutture costituisce negazione alla cura. Aned, in ricordo di questo sfortunato cittadino rumeno, ritiene doveroso programmare prossimamente una manifestazione a Catanzaro.

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