Mostra su San Francesco, perchè non è diventata un evento nazionale?

Gli interrogativi dell'ex sindaco Marcello Furriolo

Più informazioni su


    di Marcello Furriolo*

    Chiude oggi Ferragosto, negli spazi espositivi della Cittadella regionale, a Germaneto, una delle più belle mostre degli ultimi tempi : “ La Calabria il Mediterraneo e l’Europa al tempo di San Francesco” aperta il 15 maggio scorso.

    Peccato, perchè ritengo che il grande pubblico sia rimasto estraneo ad un evento, che avrebbe sicuramente meritato ben altra attenzione e comunicazione.

    La Mostra, promossa e finanziata dalla Presidenza della Giunta Regionale e organizzata e realizzata dal Segretariato Regionale del Mibact per la Calabria, è stata curata con grande sapienza e rigore scientifico da Angela Acordon e Maria Teresa Sorrenti, mentre il progetto di allestimento e direzione lavori sono stati curati con raffinata eleganza e notevole impatto estetico da Mario Panarello e dai suoi bravi collaboratori.

    Finalmente una Mostra che ci fa sentire cittadini europei o globali, per qualità delle opere esposte e selezionate, non tantissime per la verità, per la suggestione dell’allestimento, con sfondi di un rosso corposo  ed elegante, per il percorso guidato con sapiente chiarezza e rigore storico e artistico.

    Ovviamente la Mostra si sviluppa tutta e per intero sulla straordinaria figura di Francesco di Paola, nato il 1416 a Paola e morto a Tours nel 1507, attraverso pitture, sculture e oggetti di voto e documenti librari di particolare effetto. Da “Il Miracolo di San Francesco da Paola che attraversa lo stretto di Messina” di un intenso Mattia Preti, all’elegante composizione di Lavinia Fontana che nel 1590 rappresenta “San Francesco benedice il figlio di Luisa di Savoia”, alla ieratica espressione del Santo nel ritratto di Jusepe de Ribera, al grande affresco di Paolo De Matteis, del finire del XVII secolo, che rappresenta “San Francesco da Paola dona i ceri al conte d’Arena”, fino a Giovanni Antonio d’Amato che intorno al 1640 raffigura San Francesco come Mosè che fa scaturire le acque dalla roccia.

    Ma la figura di Francesco continua ad ispirare anche artisti contemporanei e ne è una giusta riprova la raffigurazione realistica dei Miracoli di San Francesco di Paola del pittore Giovanni Gasparro del 2015. Di notevole pregio sono gli argenti, in particolare una grande Manta di San Francesco di argentiere messinese del 1766, un bussolotto per elemosine con San Francesco di fine XVIII secolo, ma anche alcune maioliche, tra cui una Targa devozionale con San Francesco di Paola e stemma della famiglia Albani del 1769 opera di Gregorio Caselli. Per finire ad una adorazione dei pastori e un San Francesco di Paola in gloria, ricami in seta policroma e seta laminata di fattura meridionale di fine XVIII secolo.

    Una rappresentazione della figura del grande Eremita calabrese in una dimensione storica e artistica, che ne fa uno dei protagonisti della scena europea del XVI e inizi del XVII secolo, meritevole della più grande attenzione da parte dell’opinione pubblica non solo interessata al fatto religioso.

    Detto questo e tutto il bene possibile sull’iniziativa della regione Calabria, che ha inteso così onorare la figura universale del Santo patrono, non si può non rilevare come anche questa meritoria operazione, per altri versi, rappresenti ancora una occasione sprecata per farne un evento realmente di dimensione regionale e nazionale. Non si capisce, infatti, perchè la Mostra non sia stata realizzata a Catanzaro nei locali del San Giovanni, che avrebbero dato all’evento una caratura di diversa importanza, regalando al capoluogo di regione una straordinaria opportunità per ritrovare centralità politica e culturale, vieppiù smarriti dall’incuria e dalla mediocrità della sua classe politica e dirigente. Sicuramente responsabilità della politica regionale, impegnata in una discutibile e miope operazione di marketing che tende ad identificare sempre di più la capitale della Calabria con il contenitore fisico della Cittadella, escludendo completamente la città di Catanzaro. Ma ancora più grave è il disinteresse della rappresentanza regionale catanzarese che neanche su questi temi riesce a recuperare un minimo di sensibilità, unità e lungimiranza.

    Dopo Ferragosto si avvia alla fine un’altra stagione estiva di desertificazione del centro storico della città. Una Mostra come quella su San Francesco, se realizzata nei locali del San Giovanni, sia pure nell’attuale condizione di funzionalità a scartamento ridotto ( che sopravvive solo grazie alla perseveranza di alcuni settori dell’Università Magna Grecia) adeguatamente supportata da una campagna di marketing territoriale nazionale avrebbe potuto soddisfare ad alto livello le esigenze dei turisti e l’esangue economia cittadina.

    Ma tutto questo sembra ormai appartenere ad una realtà distante anni luce da quello che fu il Capoluogo di Regione.

    *Ex sindaco 

     

    Più informazioni su