Catanzaro: Gerini e le passioni di Califano. Applausi al Politeama

Attraverso una serie di quadri l’attrice romana ha ripercorso al femminile momenti della vita del “Califfo” LE FOTO DELLA SERATA

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    Le donne, Roma e la sua musica. Sono le passioni che hanno segnato la vita di Franco Califano e che ieri sera il Solis string quartet e Claudia Gerini hanno ricordato sul palco del Teatro Politeama con lo spettacolo “Qualche estate fa”.

    Attraverso una serie di quadri l’attrice romana – e non poteva che essere capitolina l’artista a cui affidare un simile lavoro -, ha ripercorso al femminile momenti della vita del “Califfo” introducendo con testi originali i suoi brani più celebri, raccontando la loro genesi dando voce ora a una prostituta, ora a una barbona, o ancora a una cameriera.

    Così hanno rivissuto “In un tempo piccolo”, “Un’estate fa”, “Io nun piango”, “La mia libertà”; non è mancato un ricordo di Luigi Tenco con “La musica è finita”; e ancora “Minuetto”, “Nevicata del ‘56” prima di chiudere con “Tutto il resto è noia”.

    Un concerto-spettacolo singolare, scritto da Massimiliano Vado, per la regia di Stefano Valanzuolo, che ha concentrato tutto sulla figura della stessa Gerini, con il Solis string quartet a fare da sfondo. I violini di Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio, insieme alla viola di Gerardo Morrone e al violoncello di Antonio Di Francia sono sempre una certezza, a ogni loro esibizione, ma ensemble partenopeo a parte, l’attenzione era tutta per lei. Di una bellezza pura, Claudia Gerini ha compiuto una scelta davvero coraggiosa mettendosi in gioco nel sostenere un recital da grande interprete sia nella recitazione che nel canto. Come, però, era facile prevedere – anche con un po’ di pregiudizio, ammettiamolo -, è stata proprio la parte cantata, quella più debole.  Se il resto dello spettacolo è sembrato mancare di qualcosa, una sorta di scintilla che rapisse tutti – ma la Gerini ha portato a termine il suo compito, va detto, forse a livello di regia è sembrato mancare qualcosa -, sul canto poco si può dire. Gradevole all’ascolto, l’attrice è parsa non gestire al meglio al voce, soprattutto in alcuni brani: tutti riarrangiati come era giusto che fosse, su questi ultimi pesava il macigno degli interpreti che li hanno resi famosi e, lungi da qualsiasi confronto, l’idea di determinati brani non poteva che essere disattesa.

    L’encore finale di “Roma nuda” ha chiuso la serata, tra gli applausi dei numerosi presenti in sala.

    Carmen Loiacono

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