Regionalismo differenziato, Angotti: ‘Ipotesi che non può passare’

Bene ha fatto il sindaco Abramo, in qualità di presidente della Provincia e di Upi Calabria, a incontrare il presidente regionale dell’Anci, Gianluca Callipo, per condividere la necessità di unire gli sforzi e combattere la sperequazione

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    Di seguito si riporta integralmente la dichiarazione del consigliere comunale Antonio Angotti:

    “L’intero gruppo consiliare di Catanzaro da vivere nutre dubbi serissimi sull’ipotesi di regionalismo differenziato avanzata dalle classi dirigenti delle Regioni a statuto ordinario di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. È un’ipotesti che permetterebbe a quelle Regioni di acquisire ulteriori forme di autonomia disponendo, di conseguenza, di nuove entrate attraverso un’incidenza significativa sull’attuale meccanismo di trasferimento dei fondi statali.

    Se queste Regioni, allo stato attuale, ritengono di essere penalizzate, allora non capisco quanto possano ritenersi penalizzate quelle del sud, come la Calabria: il regionalismo differenziato aprirebbe un nuovo e inedito scenario, giustamente definito dall’economista Gianfranco Viesti come “secessione dei ricchi”, dal momento che Lombardia, Emilia Romagna e Veneto producono oltre il 50% del Pil italiano.

    Bene ha fatto il sindaco Abramo, in qualità di presidente della Provincia e di Upi Calabria, a incontrare il presidente regionale dell’Anci, Gianluca Callipo, per condividere la necessità di unire gli sforzi e combattere la sperequazione, che verrebbe causata dal regionalismo differenziato, a tutela del territorio regionale, soprattutto su temi di particolare importanza quali istruzione e sanità.

    C’è un problema politico nell’aula del Consiglio comunale, così come anche in quella del Consiglio regionale, visto che non si può “consumare”, non essendovi rappresentati, un confronto con i referenti dei due partiti di Governo (Lega e movimento Cinquestelle).  

    La nostra azione si è concretizzata con il documento approvato dal Consiglio comunale all’unanimità: il testo verrà adesso affidato a tutta la delegazione parlamentare perché porti la nostra voce al Governo.

    Il cardine, il “nucleo”, la centralità di questo problema politico è far uscire dall’equivoco i due partiti di Governo: da una parte la Lega, che cerca di accelerare i tempi del regionalismo differenziato per come gli viene richiesto, e per come pretende il suo zoccolo duro (il nord, e in particolare il nord-est), e contestualmente cerca di mascherare lo scompiglio che, necessariamente, significherà deludere la gente delle regioni meridionali, dove la stessa Lega sta mettendo radici e sta crescendo.

    Dall’altra parte i Cinquestelle, dai quali si attende una presa di posizione chiara rispetto al principio costituzionalmente sancito dell’unità nazionale e dell’erogazione di servizi omogenei su tutto il territorio italiano. 

    In mancanza di una scelta precisa di questi due partiti, si assisterà, e lo dico senza polemiche, a un ulteriore e continuo snaturamento dei Cinquestelle su questa e su altre tematiche, utilizzate come leve elettorali: mi riferisco a Tap, Tav, Ilva, vaccini, decreto sicurezza, immigrazione o legittima difesa, quest’ultima approvata alla Camera con la fronda di ben 25 deputati pentastellati. Se non reagiranno, e mi aspetto lo facciano soprattutto i parlamentari meridionali, dimostreranno di essere completamente piegati alle direttive e alle imposizioni della Lega: altro che Contratto di Governo, e poco importa dell’unità nazionale”.

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