Politeama Catanzaro, da Balla a Dalla tra musica e parole

L'omaggio commosso e sincero al celebre cantautore 

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    Non solo un tributo personale ad un grande artista della canzone italiana, ma soprattutto la storia di un sogno, pieno di coincidenze, che si é realizzato per davvero. “Da Balla a Dalla” é l’omaggio sincero ed emozionante che Dario Ballantini ha portato in scena ieri al Politeama riaprendo il proprio album dei ricordi di giovane fan rimasto folgorato dalla scoperta delle canzoni di Lucio Dalla. Tra un aneddoto e l’altro dietro al leggio e sullo sfondo i ritratti realizzati dallo stesso Dario tra i banchi di scuola, lo spettatore si ritrova immerso nel mondo poetico di Dalla fatto di musica e parole. Dal 4 marzo sanremese, che lo fece conoscere al grande pubblico, fino a “Caruso” lo spettacolo prende forma con i travestimenti fisici e vocali di Ballantini, supportati dalla band sul palco, da cui traspare una sincera devozione verso quello che é stato un vero punto di riferimento per la sua crescita artistica. Da giovane studente del Liceo artistico a Livorno, infatti, si esibí le prime volte in pubblico con le  imitazioni che avevano il volto di Lucio e i versi de “L’anno che verrà”. 

    La voce usata come uno strumento, il virtuosismo, la libertà e la sperimentazione continua sono alcuni dei tratti caratteristici ricordati ed esaltati durante la serata. Dalla é stato soprattutto un grande “anticipatore” dei tempi, sottolinea “Balla” sul palco nell’evidenziare anche la satira sociale e politica celata dietro diversi testi. Una carriera da imitatore che, dopo il boom di Striscia la notizia nei panni di Valentino, alla fine offrirà la possibilità di incontrare e cantare col vero Dalla. Una “fissazione” ripagata, quindi, dalla stima sincera del cantautore per il Ballantini pittore che ha avuto anche l’onore di averlo ospite ad una sua mostra alla Triennale di Milano. Un’amicizia speciale che ha visto Balla e Dalla incrociare spesso le loro strade e per cui l’ultima dedica, condivisa con gli spettatori, non poteva che essere: Grazie Lucio. 

    Domenico Iozzo

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