Avvocati di Catanzaro uniti chiederanno liberazione di Nasrin Sotoudeh

Come in tutta Italia gli avvocati raccoglieranno le firme per sollecitare le istituzioni italiane ed europee per compiere ogni passo politico e diplomatico per la liberazione della collega Nasrin Sotoudeh


Gli avvocati di Catanzaro uniti chiederanno la liberazione di Nasrin Sotoudeh la collega arrestata in Iran nelle scorse settimane. Ad annunciarlo l’avvocato Pietro Marino Segretario dirigente dell’Associazione Nazionale Forense sede di Catanzaro, che coadiuvato dal direttivo, in forza della rappresentanza politica, legale e amministrativa dell’Associazione conferita dallo statuto, comunica che nei giorni di lunedì 25 e martedì 26 marzo 2019 presso il tribunale di Catanzaro si procederà alla raccolta delle firme di cui all’accordo sottoscritto dal segretario generale di Anf e l’associazione  “Non c’è pace senza giustizia”

“In tutti i tribunali italiani e nelle nostre sedi inviteremo gli avvocati del nostro Paese, certi di una loro forte risposta, a firmare l’appello rivolto alle istituzioni italiane ed europee affinché compiano ogni passo politico e diplomatico verso il governo iraniano volto ad ottenere al più presto la liberazione della nostra collega Nasrin Sotoudeh. Chiediamo inoltre a tutti i colleghi di appuntare alla toga, segno distintivo della nostra professione che ovunque nel mondo è simbolo di tutela dei diritti dei cittadini, un filo rosso, finché Nasrin Sotoudeh e il suo collega Amir Salar Davoodi non vedano revocata la misura detentiva inflittagli dal regime di Teheran. 

Ci uniamo dunque alla mobilitazione necessaria per fare la maggior pressione possibile sulle autorità iraniane, nella convinzione che difendere Sotoudeh significa affermare l’inviolabilità dei diritti fondamentali e difendere i prigionieri politici in altri Paesi.

Il caso di Sotoudeh è emblematico della soppressione della funzione fondamentale che l’avvocato ricopre ad ogni latitudine, ovvero di essere strumento indifferibile di difesa dei diritti fondamentali di ogni persona e di ogni cittadino, oltre che della violazione macroscopica dei principi sanciti dalle Nazioni Unite, che prevedono che le autorità pubbliche debbano assicurare che gli avvocati siano in grado di svolgere tutti i loro doveri professionali senza ostacolo, intimidazione, molestia o indebite interferenze”.