Bosco (Cambiavento): settore politiche sociali è al collasso

'Rischia seriamente la chiusura, e pure se non lo farà difficilmente riuscirà a garantire i servizi base. Sindaco rifletta'


Che il settore delle politiche sociali non sia quello prediletto dall’Amministrazione Abramo è fatto notorio, ma ora si rischia il collasso nonché responsabilità civili e penali. Il personale, già carente negli ultimi anni, sarà ulteriormente soggetto ad un severo ridimensionamento a causa degli imminenti pensionamenti” Lo sottolinea il consigliere comunale Gianmichele Bosco di Cambiavento. “La mancata lungimiranza e programmazione in un settore così strategico ha determinato una situazione inquietante anche in vista dei numerosi progetti a livello nazionale e regionale che l’amministrazione è obbligata ad adempiere quali ad esempio Pon inclusione e fondo antipovertà per i  quali sono in ballo milioni di euro. Non è proprio il sindaco Abramo che più volte ha ricordato in pubblico che: “ormai i grandi finanziamenti sulle infrastrutture sono finiti e ricadono sul sociale?”. Basti ricordare la consistente quota in Agenda Urbana tanto decantata dall’Amministrazione. Ricordo ai cittadini che gli assistenti sociali dovrebbero essere uno ogni cinquemila abitanti, ma Catanzaro è un’eccezione. Negativissima. Si guardino le statistiche nazionali in materia che ci collocano agli ultimi posti. Purtroppo l’ufficio delle Politiche sociali rischia seriamente la chiusura, e pure se non lo farà difficilmente riuscirà a garantire i servizi base. Il punto è che la discrezionalità sta a zero, i servizi vanno garantiti per legge e in mancanza scattano pesanti responsabilità per gli amministratori. Caro Sindaco, per risollevare una città si parte sempre dagli ultimi e lei ha dimostrato, nel suo ventennio, che i suoi obiettivi sono altri. E’ evidente la sua approssimazione. Siamo stanchi della politica volta a rincorrere sempre situazioni di emergenza o dove il consenso è più facile da ottenere. Si ricordi che siamo il Capoluogo di Regione e vorremmo che questa onorificenza non sia soltanto formale. I diritti degli ultimi diventino quelli dei primi. I più sfortunati non vengano abbandonati al loro destino”.