L’INTERVISTA – Simone, il campione del mondo di Taekwondo foto

Il 18enne numero 1 al mondo di racconta a catanzaroinforma.it. Gli allenamenti, la scuola, la famiglia, la vita d'atleta 

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    di Gianluigi Mardente 

    Uno di noi, un catanzarese che ce l’ha fatta. Uno di noi, ma non uno come tanti: non prendiamoci in giro, perchè un campione del mondo è uno solo ed è chiaro che ha una marcia in più. Nel corpo e soprattutto nella testa. Ce l’ha fatta ma il suo risultato non è la fine, credeteci: è solo l’inizio. Eccolo, Simone Alessio, campione del mondo di Taekwondo categoria 74 kg. Abita a Sellia Marina, catanzarese doc. Lo hanno premiato, osannato, applaudito e , giustamente, gli hanno fatto sapere che è l’orgoglio di una città intera. Ma questo ragazzo, di soli 18 anni, chi è? Come vive? Cosa sente? Quanto si allena? Ecco, qui scatta la differenza e non c’è nulla di male nel dirlo: Simone non è come tutti gli altri, Simone è il numero uno al mondo in uno sport complesso come quello delle arti marziali. Simone è sacrificio, passione, sudore, mentalità. Simone è diverso, non certo migliore, ma differente nonostante la sua normalità di un 18enne che si appresta a diventare uomo. Simone ha preso se stesso, la sua famiglia, i suoi maestri, i suoi compagni e la sua città e l’ha portata sul tetto del mondo. Simone ha preso Catanzaro e l’ha incoronata regina. Grazie campione, grazie piccolo grande uomo.

    LA SCUOLA: Prime le prove scritte e il 27 giugno la prova orale: Simone si è diplomato al Liceo Fermi e il suo esame è stato quasi una bazzecola al cospetto delle emozioni sentite qualche giorno prima a Manchester, dove si sono svolti i mondiali. “Mia madre mi ha “spaccato” – dice sorridendo Simone – ed è lei che mi spinge a far bene a scuola. Ha ragione, fa benissimo. Ora un po’ di tregua per preparare la priorità che si chiama Olimpiade, poi un giorno penserò all’università e alla facoltà di scienze motorie. I miei compagni – ed i miei amici- spesso si arrabbiano perchè la sera non posso uscire per via degli allenamenti, ma questa è la mia vita e se voglio stare a certi livelli mi devo dedicare anima e corpo”.

    LA FAMIGLIA: Papà Salvatore, carabiniere con la passione del taekwondo, è stato l’artefice del miracolo. Ha messo Simone “su strada” e ha capito che il figlio sarebbe diventato uno forte. “Quando avevo 5 anni – ci racconta Alessio – papà mi ha trasmesso questa passione e devo dire che sin da bambino mi è piaciuto tutto del taekwondo: allenamenti, gare, ambiente, senso dello sport. Subito i miei maestri hanno capito che potevo avere qualcosa in più degli altri soprattutto attorno ai 10 anni quando ero già abbastanza alto. A 13 anni sono passato con le fiamme rosse Vigili del Fuoco Catanzaro: tutto lo staff e maestro Laface hanno formato il ragazzo e l’atleta Simone”. E mamma? Rompe solo le scatole per la scuola? “No poverina – ride divertito – mia mamma si chiama Rosanna fa la casalinga e se non fosse stata per lei non sarei arrivato a questi livelli. Sono suoi e di tutta la mia famiglia i sacrifici più importanti: ogni giorno da Sellia Marina a Catanzaro per gli allenamenti e poi il sostegno per starmi dietro nell’alimentazione e nella serenità mentale. La mia famiglia è tutto per me. Ho anche un fratello – ci dice il campione del mondo – che si chiama Manuel e gioca a calcio. Abbiamo un rapporto bellissimo e devo ammettere che quando avevo 11 anni volevo lasciare il Taekwondo per giocare a pallone, ma poi il dubbio mi è passato e ho proseguito con le arti marziali. Ora Manuel ha 16 anni e sono convinto che anche lui può regalare soddisfazioni nello sport”.

     

     

    GLI ALLENAMENTI E IL MONDIALE: No, Simone non fa la vita di tutti i 18enni. La sua alimentazione è curata dal nutrizionista della nazionale italiana e non può permettersi birre, gelati, cocktail e moltissime serate in disco. Ovviamente non fuma e le distrazioni o i vizi non esistono, c’è solo l’obiettivo nella testa: “Non mi manca nulla – dice sicuro – perchè ho un obiettivo preciso e so che per raggiungerlo devo condurre una vita tranquilla, una vita da atleta. Non mi pesa rinunciare a quello che fanno i miei amici, non mi pesa se poi sul ring sento quelle emozioni. Mi alleno tutti i giorni, adesso sia mattina che pomeriggio perchè devo preparare la qualificazione alle olimpiadi e so benissimo che servirà un’impresa. Ansie? No, solo adrenalina. Non ho paura prima di salire sul ring anche se ho i miei momenti di calo in gara. Ad esempio nei quarti di finale contro il messicano ho approcciato male, poi mi sono ripreso. Invece in finale contro il giordano sapevo di dover dare tutto da subito e non ho sbagliato nulla”. La vittoria, le braccia al cielo e la vita che ti cambia. Per sempre. Sei campione del mondo. “In quel momento non ho capito nulla -dice felice – e forse ancora devo rendermi conto di quello che ho combinato. Dedicato alla mia famiglia, i miei maestri, la mia scuola. Ma ora devo andare avanti e pensare alle olimpiadi”.

    UNA VITA CHE CAMBIA: Forse non lo sapete, ma Simone è campione d’Italia della sua categoria da quando ha 6 anni. Praticamente ogni anno vince il campionato italiano. Se vi sembra normale, fatecelo sapere. Ora è il numero uno al mondo, i selfie aumentano e la fama anche, ma a quanto pare Simone rimane impassibile. “Non mi è cambiato nulla. Foto e autografi, la gente mi ferma per strada e mi fa i complimenti ma io sono sempre io. So quello che voglio e dove voglio arrivare, la notorietà non mi disturba e non mi fa montare la testa”. Sembra un robot. Sembra ma non lo è. E’ semplicemente un vero campione: gestisce le emozioni, è umile, ha coraggio, ha voglia e determinazione. Non è il pensiero degli altri che lo scalfisce, ma è il pensiero che ha in testa ad indicargli la strada. Ed è anche buono, sensibile e profondo. Te ne accorgi dal suo tono di voce quando parla dei suoi genitori e del fratello o quando della sua fidanzata ti dice: “C’è, ma è una cosa mia e i sentimenti non si pubblicizzano”. E allora, dopo questa intervista, Catanzaro deve sapere che ha un campione di sport ma anche di vita. Un campione che non ha vinto per caso e che la città deve aiutare e custodire gelosamente perchè con quella testa e questo atteggiamento può scrivere altre pagine di storia. Grazie Simone, noi siamo con te.

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