‘Alberi tagliati e abbandonati su viale Crotone’

La denuncia del consigliere Mirarchi che critica Verdidea 


Ennesimo “Pastrocchio di Verdidea”, siamo alle solite. Tante domande in attesa di una risposta, ma la questione è che gli interrogativi sono quasi sempre gli stessi e i responsi affatto esaustivi ed in questo caso mi riferisco a Verdidea. Almeno in uno specifico ambito”. La premessa è del presidente della commissione Urbanistica, Patrimonio, Polizia urbana, Mobilità e Traffico, e consigliere comunale di Catanzaro da Vivere Antonio Mirarchi, il quale attraverso un comunicato stampa ha voluto porre in evidenza le conseguenze della potatura degli alberi da parte di Verdidea a Lido e in vari altri punti della città. A riguardo ha spiegato: “Inutile che io sottolinei l’aspetto del taglio degli alberi (positivo o negativo), ma a fronte di questo riconoscimento non si può assistere a quanto accaduto in Viale Crotone, nel quartiere marinaro, segnatamente nel tratto compreso fra la chiesa del Sacro Cuore e il passaggio a livello. È lì che, una volta tagliati rami e parte di tronchi anche della lunghezza di 30-40, o addirittura 50, centimetri e dall’altrettanto consistente diametro – ha aggiunto il presidente di Commissione – li hanno abbandonati a loro stessi ovvero senza rimuoverli. Al massimo, si sono limitati ad apporre del nastro rosso e bianco tutto intorno, ma che nel frattempo è stato già coperto dalla vegetazione dopo essersi abbassato di un paio di metri. Risultato? Se qualche anziano, che esce dalla vicina chiesa, vi inciampa o un ragazzino dà un calcio al materiale eliminato, magari per goliardia, si verifica un incidente. Grave, potenzialmente. Pensate, ad esempio, a quali danni possa provocare una caduta in una persona di 70-80 anni d’età. Ebbene, nella denegata ipotesi che ciò accada, mi chiedo, a proposito di interrogativi ricorrenti, chi paga i danni?  Una domanda retorica, chiaro, dal momento che la soluzione del quesito la conosciamo bene tutti. Mi auguro che non sarebbe infatti il Comune a essere chiamato in causa, detto nell’occasione in tutti i sensi del termine, per far fronte al risarcimento, ma bensì Verdidea. Non dimenticando “l’ostruzione alla rampa dei disabili” che per arrivare sulla strada devono fare la classica gincana. inaccettabile”. Nel prosieguo del ragionamento il consigliere Mirarchi riparte con i dubbi, che forse in modo un po’ ironico sciorina a raffica: “La logica discussione sul punto è allora focalizzata su chi abbia il compito di coordinare l’esecuzione dei lavori, nella circostanza di cura del verde pubblico, affinché siano fatti a regolare d’arte o, quantomeno, in maniera soddisfacente. E lo affermo, perché non è possibile che sia uno seduto in consiglio comunale come il sottoscritto a doversene accorgere, stigmatizzandolo. Senza contare che, quando te ne avvedi e lo riferisci ai referenti di Verdidea, ascolti quanto segue: ‘La rimozione dei residui della potatura non è di nostra pertinenza’. Uno stato di cose che potrebbe già irritare per l’inutile, e persino dannoso, sdoppiamento degli interventi. Ma al di là di ciò, bisogna capire se i responsabili dell’azienda o i soggetti deputati abbiano scritto una nota ufficiale, poi fatta protocollare dal settore municipale preposto, per rimarcare la necessità di completare il lavoro con la raccolta di rami, fogliame e quant’altro, poiché in caso si concretizzerebbe una palese inadempienza”. Le perplessità di Mirarchi non sono però finite, essendoci un ultimo profilo su cui si sofferma per chiosare sulla specifica vicenda. “A mio avviso – ha sostenuto – ma ne faccio una proposta, e non certo polemica spicciola, sarebbe probabilmente opportuno rivedere la distribuzione della pianta organica di Palazzo De Nobili, comunque come tutti sanno inconfutabilmente sottodimensionata in rapporto alle reali esigenze dell’ente, in modo da assegnare a certi Uffici, ma non di sicuro a quanti seguono Verdidea, una dotazione di risorse umane maggiore di altri. Mi sembra un provvedimento indefettibile. Esigenza che balza agli occhi di chiunque si confronti in maniera quotidiana, come me del resto, con la macchina comunale. Un modello complesso, che per funzionare al meglio in condizioni molto rimaneggiate deve attagliarsi alla perfezione alla realtà esistente. Uno stato di cose che non può certo essere migliorato da un’azienda non in grado di costituire un fiore all’occhiello per il decoro della città, secondo il mio parere – ha concluso – da rimuovere, venendo sostituita con una ditta più efficiente, al pari di Ati Verde. E a suffragio del mio assunto, basti pensare alle condizioni pietose in cui versa l’ingresso del cimitero del quartiere marinaro”.