Mobilità Catanzaro, la protesta passa per i balconi

Il Comitato dei residenti da stamattina espone striscioni e lenzuola contro il nuovo piano di mobilità

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    di Lello Nisticò

    Da stamattina da molti balconi sulle strade del centro storico di Catanzaro sono esposti striscioni e lenzuola di protesta contro il nuovo piano mobilità che a due settimane dall’esordio non cessa di alimentare perplessità se non addirittura polemiche fino a giungere, appunto, alle proteste. Ulteriore passo sarebbe il boicottaggio. Ma considerato il tono arguto degli slogan che campeggiano sulle lenzuola, tono finanche troppo gentile e letterario per prefigurare tale drastica evenienza, non ci sarà nessun Movimento NoPiaM (No Piano Mobilità) a turbare le notti della Digos o come si chiama adesso la divisione di polizia che si occupa degli schiamazzi politici su pubblica via. Il più spinto di tutti è «I residenti sono incazzati». Dubitiamo che qualcuno si scandalizzerà per il non eclatante turpiloquio, soprattutto dopo che il web passa duetti edificanti come l’ultimo tra Vittorio Sgarbi e Giampiero Mughini. Le altre formule scritte dagli attivisti per attirare l’attenzione dovuta giocano sul doppio senso di “senso”, che di per sé è già una ridondanza tripla: «Ma che senso ha», «Non capiamo il senso di questo nuovo senso», «I residenti sono disorientati» e via dissentendo. Li hanno preparati nell’ultima convocazione in Villa Trieste venerdì scorso. Chi ha portato le lenzuola, chi le forbici, chi le bombolette. Qualcuno, più sparagnino, solo le idee. Età cangiante: dai 18 ai settanta e passa. Un ragazzo è arrivato vestito da matrimonio. L’attivista più elegante dai tempi di D’Annunzio. Una spruzzata e via, al pranzo nuziale. 

    I residenti del centro storico si riuniscono con cadenza regolare ormai dal 20 giugno. La prima riunione si tenne a Largo Prigioni, luogo scelto non a caso, volendo prefigurare il senso (a ridaje…) di claustrofobia indotto dall’impianto generoso di paletti, catene e vasi a imbrigliare la fiumana umana altrimenti incontenibile di un centro storico ormai in via di spopolamento. Primo atto del nuovo piano di mobilità partorito in quasi due anni (non a caso periodo di gestazione delle giraffe, per dire che chi l’ha concepito ha una visione più larga dei comuni mortali) e culminato con l’inversione di marcia su Corso Mazzini addì 17 luglio, oltre che con aggiustamenti complementari che gli automobilisti stanno sperimentando sulle loro ruote.

    Che il piano non fosse la quintessenza della perfezione lo si può capire dalle variazioni e dagli aggiustamenti di marcia in corso d’opera. Se ne è fatto tra l’altro portavoce ieri lo stesso consigliere comunale Giuseppe Pisano dichiarandosi nettamente contrario all’inversione su via Bellavista e viceversa favorevole al ribaltamento di direzione su via Fondachello (che non esiste, presumiamo trattarsi di via Domenico Marincola Pistoia), ipotesi al momento nettamente smentita addirittura dal sindaco Abramo in persona. Seguirà riunione di giunta sull’argomento.

    Questo per dire che le riserve del Comitato dei residenti non è tutta fuffa. Come lascerebbe supporre l’atteggiamento di sufficienza con il quale a Palazzo De Nobili è stato accolta la richiesta del Comitato di essere ascoltato in merito. La richiesta, regolarmente protocollata, è stata presentata con tanto di referente fisico il 2 luglio, rivolta al sindaco e al presidente dl Consiglio, corredata da più di 120 firme. Può darsi che la richiesta di essere ascoltati nel corso di un Consiglio comunale non rientri nei canoni stabiliti dal regolamento. Però cortesia istituzionale e umana avrebbe gradito che qualcuno degli uffici si facesse sentire. Non è edificante sapere che un Comitato spontaneo, pacifico e costruttivo, che anche solo per esistere fa capire che qualcosa si muove in questo apatico centro cittadino, non venga ritenuto degno nemmeno di un cenno di attenzione. Ci meravigliamo signor sindaco e signor presidente del Consiglio. Certo, avete ben altre preoccupazioni al momento. Tra Film Festival e ragionamenti sul candidato giusto per la presidenza della Regione. Però, un cenno, una telefonata, un messaggio sulla pagina Facebook del Comitato: cercare “Fermiamo il piano mobilità”.

    Tra l’altro, i residenti si rendono conto che puntare il dito contro il solo piano è riduttivo. Per cui hanno diverse altre proposte che riguardano la vivibilità di strade e stradine. Ascoltare è la prima regola del buon governo. Se mai a qualcuno interessa l’argomento.

     

     

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